Il tetto al prezzo del gas è possibile: cosa ha deciso il Consiglio europeo

Violetta Silvestri

21/10/2022

Il primo giorno di colloqui del Consiglio europeo si è concluso: il tema chiave è stato il tetto al prezzo del gas, cosa è stato deciso? La Germania ha fatto un passo indietro, i dettagli.

Il tetto al prezzo del gas è possibile: cosa ha deciso il Consiglio europeo

Il primo giorno di Consiglio europeo si è concluso nelle prime ore del mattino di oggi, venerdì, a testimonianza di una riunione complessa nella quale è stato difficile giungere a conclusioni condivise.

Come si legge nel comunicato ufficiale, gli obiettivi sulla politica energetica comune - soprattutto riguardante la fornitura di gas - sono chiari: “ridurre la domanda, garantire la sicurezza dell’approvvigionamento, evitare razionamenti e abbassare i prezzi dell’energia per le famiglie e le imprese in tutta l’Unione, e che dev’essere preservata l’integrità del mercato unico.”

In sostanza, l’Ue ha deciso di portare avanti una serie di azioni di emergenza per affrontare la crisi energetica del blocco, con la Germania che ha ceduto alle pressioni di altri Stati membri per aprire la strada a un tetto massimo temporaneo sui prezzi del gas naturale.

“Abbiamo inviato anche un chiaro segnale al mercato”, ha affermato venerdì il presidente del Consiglio europeo Charles Michel in una conferenza stampa. “Significa che siamo pronti ad agire insieme, che siamo in grado di lavorare insieme e che c’è una forte volontà politica. Sono fiducioso che ci sarà un effetto molto presto.”

Il prezzo del gas nel benchmark olandese è in calo, supportato dall’intesa raggiunta in Ue e segna 125 euro a megawattora, con circa -2,3% .

Tetto al prezzo del gas ci sarà: tutte le indicazioni dal Consiglio europeo

Il cancelliere tedesco Olaf Scholz pare aver abbandonato la sua opposizione a un tetto massimo del prezzo del gas dell’Ue dopo i colloqui al vertice durati fino a tarda notte e volti a sedare la crisi energetica che incombe sull’economia dell’Europa.

I leader Ue riuniti nel Consiglio europeo, che continua oggi nella sua seconda giornata, hanno concordato di sostenere ulteriori lavori verso un tetto che “limiterebbe immediatamente gli episodi di prezzi eccessivi del gas”, sebbene con importanti condizioni, volte ad alleviare i timori di Berlino che gli interventi di mercato possano mettere in pericolo la sicurezza dell’approvvigionamento.

Il compromesso è un sollievo per i Paesi dell’Ue, tra cui Italia, Francia, Spagna e Belgio, che da tempo chiedono un tetto ai prezzi del gas come pietra angolare degli sforzi per mitigare gli effetti dell’aumento dei costi energetici dopo la guerra della Russia in Ucraina.

Parte del motivo della precedente riluttanza della Germania ad abbracciare i massimali di prezzo è il timore che questo meccanismo rischierebbero di dirottare il gas verso altri Paesi che offrono un prezzo più alto, minando gli sforzi europei per sostenere le forniture mentre la Russia taglia le esportazioni verso il blocco in seguito all’invasione dell’Ucraina.

Alla fine, però, si è giunti a una dichiarazione comune e di condivisi intenti, nella quale si legge, tra gli altri punti, l’impegno a stabilire:

  • un corridoio dinamico di prezzo di carattere temporaneo per le transazioni di gas naturale allo scopo di limitare immediatamente episodi di prezzi eccessivi del gas;
  • un quadro temporaneo dell’Ue per fissare un tetto al prezzo del gas utilizzato per la produzione di energia elettrica, compresa un’analisi costi-benefici, senza modificare l’ordine di merito, prevenendo nel contempo l’aumento del consumo di gas e tenendo conto degli impatti in termini di finanziamento e distribuzione nonché del suo impatto sui flussi oltre i confini dell’Ue

I massimali di prezzo potrebbero essere implementati solo se vengono soddisfatte determinate condizioni stabilite dalla Commissione europea, afferma il testo. Queste includono il non mettere in pericolo la sicurezza dell’approvvigionamento e il non aumentare il consumo di gas a causa della riduzione dei prezzi.

Inoltre, è stato deciso che l’Ue lavorerà per “un nuovo parametro di riferimento complementare entro l’inizio del 2023 che rifletta in modo più accurato le condizioni del mercato del gas.”

I leader hanno anche sottolineato la necessità che l’Europa persegua un’azione comune per alleviare l’impatto della crisi su imprese e consumatori, mantenendo condizioni di parità ed evitando di minare il mercato unico del blocco.

Perseguire l’acquisto congiunto di gas, anche se volontario ma obbligatorio per una quota del 15% del volume totale degli stoccaggi in Europa e intensificare i negoziati con partner affidabili sfruttando il peso collettivo dell’Ue sul mercato sono altri impegni dell’Unione.

Si sono infine sottolineati l’importanza di semplificare tutte le procedure e i meccanismi burocratici per le energie rinnovabili e la necessità di rafforzare la solidarietà energetica “in caso di interruzioni dell’approvvigionamento di gas a livello nazionale, regionale o dell’Unione, in assenza di accordi bilaterali di solidarietà.”

Cosa succede ora: quando saranno attive le misure?

Il Consiglio europeo ha ora passato “la palla” alla Commissione e al Consiglio dei ministri dell’Energia affinché diano indicazioni concrete su come trasformare le indicazioni in misure operanti. Il tutto, previa valutazione dell’impatto segnatamente sui contratti esistenti, compresa la non incidenza sui contratti a lungo termine, e tenendo conto della diversità dei mix energetici e delle circostanze nazionali, come specificato nella nota.

Questo significa che occorrerà novembre per avere un nuovo pronunciamento della Commissione.

Stando alle parole di Macron, all’inizio del mese prossimo si avranno indicazioni anche sul tema delicato della solidarietà finanziaria. Tradotto: Sure 2 riguardante il settore dell’energia oppure utilizzare i prestiti ancora disponibili (circa 200 miliardi) oggi nel quadro del RePowerEu.

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