Il rendimento del BTp a 10 anni ha raggiunto il suo minimo storico dopo il buon esito dell’asta di BoT a 6 mesi di oggi. Vediamo i motivi che possono aver abbassato gli yield
In una giornata in cui il FTSE Mib appare contrastato, i rendimenti del BTp a 10 anni sono scesi al loro minimo storico, toccando lo 0,9729%.
Rendimento del BTp a 10 anni, grafico a 5 minuti. Fonte: Bloomberg
La flessione degli yield della carta italiana è iniziata intorno alle 11, quando il Tesoro ha comunicato i risultati delle aste di BoT a 6 mesi, dove si è evidenziata una continua contrazione dei rendimenti di aggiudicazione (per approfondire). In discesa anche lo spread BTp-Bund a 10 anni, che si attesta a 172,22 punti base, minimi dal 18 maggio 2016.
Dal 18 ottobre 2018, data in cui un bond governativo italiano a 10 anni rendeva il 3,68%, gli yield si sono contratti del 72,94%.
Discesa dei rendimenti: il probabile Governo giallorosso c’entra, in parte
I motivi inerenti alla discesa dei rendimenti dei BTp a 10 anni, ma più in generale di quelli su tutti i titoli di Stato italiani, ha relativamente a che vedere con la possibile risoluzione della crisi di Governo.
O meglio, la possibilità di un Governo giallorosso ha fatto sì che la discesa dei rendimenti fosse più rapida rispetto a quella di altri Paesi, ma solo a fronte di una riduzione delle paure del voto immediato, le quali avevano fatto schizzare il rendimento dei decennali dall’1,530% all’1,803% in una sola seduta.
Le ragioni della continua riduzione dei rendimenti sui titoli di Stato italiani si inserisce in un contesto di discesa degli yield governativi a livello globale, ed è attribuibile ad altri fattori: il primo è relativo alle aspettative degli investitori sulle prossime mosse della BCE, la quale dovrebbe continuare ad avere un atteggiamento ultra-accomodante.
Il secondo elemento da considerare è quello relativo al fatto che gli investitori sono alla disperata ricerca di rendimenti: ieri l’indice che misura la mole del debito a rendimento negativo ha raggiunto un nuovo massimo storico, attestandosi a 16,779 mila miliardi di dollari.
Oltre a questo, i timori di una recessione e quelli relativi alla guerra commerciale spingono gli investitori a muoversi verso i cosiddetti “porti sicuri” tra cui figurano i bonds governativi.
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