Torna la paura recessione negli Usa, ecco perché

Violetta Silvestri

2 Agosto 2024 - 08:55

Mercati spaventati dalla paura di una recessione negli Usa: i nuovi dati sullo stato dell’economia statunitense hanno riacceso l’allarme di una crisi nella prima potenza mondiale.

Torna la paura recessione negli Usa, ecco perché

Negli Stati Uniti, i nuovi dati hanno alimentato i timori di una possibile recessione e il timore che la Federal Reserve possa arrivare troppo tardi nel tagliare i tassi di interesse.

Le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione sono aumentate al massimo da agosto 2023. L’indice manifatturiero ISM, un barometro dell’attività delle fabbriche Usa, è arrivato al 46,8%, peggiore del previsto e a indicare una contrazione economica.

I numeri sono bastati per spaventare i mercati e provocare perdite. Le azioni asiatiche hanno chiuso in rosso verso la loro giornata peggiore in oltre due anni e i rendimenti dei titoli del Tesoro Usa sono scesi, mentre il franco svizzero e lo yen sono saliti come asset rifugio.

Anche la tensione geopolitica ha pesato sul sentiment, dopo che l’ esercito israeliano ha dichiarato giovedì che il capo dell’ala militare di Hamas, Mohammed Deif, è stato ucciso in un attacco aereo israeliano a Gaza il mese scorso. I commenti sono arrivati ​​un giorno dopo che il leader politico del gruppo Ismail Haniyeh è stato ucciso a Teheran.

Il contesto è diventato di nuovo cupo per l’economia e la finanza globali. Gli Usa guidano questo clima di incertezza con i dubbi sulla tempistica delle mosse Fed e il rischio di una recessione.

Gli Usa in recessione? Mercati impauriti

Le preoccupazioni di carattere economico tornano a farsi sentire a Wall Street, con il crescente timore che mesi di tassi di interesse elevati possano iniziare a danneggiare la crescita degli Stati Uniti.

Gli investitori finora si erano sentiti incoraggiati dal raffreddamento dell’inflazione e dal graduale rallentamento dell’occupazione, ritenendo che ciò rafforzasse la motivazione della Fed a iniziare a tagliare i tassi di interesse.

Ora che si profila una diminuzione del costo del denaro a settembre, in seguito alla riunione della Fed di questa settimana, gli investitori temono che la banca centrale possa aver mantenuto i tassi a livelli restrittivi per troppo tempo, influendo negativamente sulla crescita economica.

La prova di un tale cambiamento di pensiero è arrivata giovedì, quando i dati che mostravano debolezza nel mercato del lavoro e nel settore manifatturiero hanno innescato una brusca svendita di azioni statunitensi, con gli investitori che hanno scaricato tutto, dai titoli dei chip a quelli industriali, mentre si sono riversati in azioni difensive.

I titoli tecnologici altamente valutati sono crollati, estendendo le perdite nel Nasdaq Composite a quasi l’8% da un massimo di chiusura record raggiunto a luglio.

“Il conforto che (il mercato) ha tratto ieri dalla convinzione che la Fed fosse sulla buona strada per un taglio dei tassi a settembre si è trasformato nella realtà che c’è molto tempo tra adesso e la riunione di settembre, ha affermato Yung-Yu Ma, responsabile degli investimenti presso BMO Wealth Management.

Anche i mercati più ampi hanno mostrato segnali di disagio. L’indice Cboe Volatility, noto come indicatore della paura di Wall Street, si attesta vicino al massimo degli ultimi tre mesi, in quanto la domanda di opzioni di protezione contro una svendita del mercato azionario è aumentata.

I dati sull’occupazione previsti oggi, venerdì alle ore 14.30 e il rapporto sull’inflazione della fine del mese, potrebbero aggravare le preoccupazioni se dovessero mostrare ulteriori segnali di debolezza.

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