Tra profitti ed extraprofitti: banche italiane sotto attacco, Salvini insiste

Laura Naka Antonelli

08/10/2024

Il titolare del Tesoro è tornato a rincare la dose: “Le banche non fanno impresa. Hanno guadagnato 40 miliardi di euro”.

Tra profitti ed extraprofitti: banche italiane sotto attacco, Salvini insiste

Che si tratti di extraprofitti (che nel dizionario economico non esistono) o di profitti, alla fine per Matteo Salvini cambia poco: le banche italiane devono contribuire al bilancio dello Stato.

Dunque, alla domanda “Niente tasse?” del quotidiano Il Giornale al vicepremier, leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, la risposta è stata la seguente: “Si, per qualcuno si”.

Ovvero per le banche? Risposta affermativa, e il motivo è stato spiegato subito: “L’imprenditore rischia di suo. Le banche non rischiano niente, sono coperte dallo Stato. Le banche non fanno impresa. Hanno guadagnato 40 miliardi di euro”.

Salvini: no a patrimoniale, mentre 40 MLD utili banche sono tre manovre finanziarie

Salvini ha rincarato poi la dose ai microfoni di Sky Tg 24, commentando l’ipotesi di una patrimoniale, che periodicamente torna ad affacciarsi nell’Italia funestata dall’incubo del debito pubblico e dei conti pubblici perennemente in rosso:

Non c’è bisogno di una patrimoniale ”, ha detto il ministro. Sono le banche il mirino da centrare: “Io parlo di banche, perchè le banche l’anno scorso hanno avuto 40 miliardi di utili" e, se proprio “bisognerà chiedere qualcosa a qualcuno, magari per aumentare ancora di più gli investimenti in sanità, anche se questo è il governo che ha fatto il massimo storico d’investimenti in sanità e magari la Cgil non se n’è accorta”, allora tanto vale chiamare a rapporto, per chi non lo avesse capito, gli istituti di credito.

Altro che appello a favore della patrimoniale, rilanciato dai partiti di opposizione al governo Meloni.

Quando la Schlein parla di patrimoniale mi si alzano le orecchie perchè penso possa proporre una tassazione o sui risparmi che gli italiani hanno sul conto corrente o sulle case degli italiani, che sono tra le più tassate in Europa”.

Ma, ha sottolineato il leader della Lega, “non c’è bisogno di una patrimoniale” quanto, piuttosto, di soldi da parte di chi ha incassato di più.

Chi ha di più dia di più”, insomma. D’altronde, “penso che 40 miliardi di utili del sistema bancario italiano siano un’enormità: sono tre manovre finanziarie, e quindi se una piccola parte di questi utili, spontaneamente, i banchieri la mettono a disposizione della crescita, fanno una bella figura”.

Il caso “sacrifici per tutti” di Giorgetti. Il no di Salvini che torna ad attaccare le banche

Matteo Salvini, insomma, non arretra, a dispetto delle rassicurazioni che sono arrivate da diversi esponenti del governo Meloni dopo quella frase proferita dal ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, qualche giorno fa, in un’intervista rilasciata a Bloomberg: quella con cui il titolare del Tesoro ha pronunciato la parola “ sacrifici ” e non solo da parte delle banche, bensì da parte di tutti.

Ci sarà una chiamata di contribuzione per tutti, non semplicemente per le banche. Nel percorso esigente di rientro del deficit, è evidente che ci apprestiamo ad approvare una manovra che richiederà sacrifici da tutti. Sarà uno sforzo che l’intero Paese deve sostenere, individui, ma anche società piccole, medie e grandi e la PA”, aveva detto il ministro, sganciando una bomba sulla testa degli italiani, di cui si parlato per giorni, e che poi proprio Salvini ha avuto cura di disinnescare (ma non per le banche).

Immediata la correzione del leader della Lega, che ha chiarito nel fine settimana cosa intendesse Giorgetti per “sacrifici”: quelli che devono essere fatti, ha avuto cura di spiegare Salvini, da “chi ha patrimoni miliardari, non di chi ha mille euro sul conto”.

Il ragionamento di Giorgetti è che siccome gli italiani, tutti, stanno stringendo la cinghia mentre le banche hanno guadagnato 40 miliardi di euro, almeno una piccola parte di questo enorme patrimonio può essere restituito agli italiani.
Visto che le banche non sempre sono veloci a restituire come interessi sui conti correnti quei soldi che chiedono in più sui mutui
”, ha detto Salvini nella giornata di sabato scorso, arrivando a Pontida.

Qualche ora dopo, è stato lo stesso Giorgetti a spiegare agli italiani il significato della parola sacrifici:

Arrivo come quello che vuole aumentare le tasse. Io ho semplicemente detto a Bloomberg, che mi chiedeva se volessimo tassare le banche, che i sacrifici li devono fare tutti, citando l’ articolo 53 della Costituzione sulla capacità contributiva. Facendo quell’intervista avevo in mente il negoziante cui abbiamo fatto la flat tax, l’operaio di Lumezzane con il mutuo alle stelle cui abbiamo dato il taglio del cuneo contributivo: questi i sacrifici li fanno, li devono fare anche gli altri”.

Oggi, il nuovo attacco di Matteo Salvini attraverso le pagine del quotidiano Il Giornale e con l’intervista a Sky TG 24.

Al quotidiano, il leader del Carroccio ha ribadito che “un’impresa che ha una buona parte dei profitti garantiti dallo Stato e guadagna 40 miliardi più del previsto è giusto che una parte di quei guadagni li reinvesta in pubblica utilità. A qualcuno in maggioranza non piace? Mi dispiace. Non sono stato eletto per difendere le banche”.

Tajani si riconferma paladino del sistema bancario

Ma come reagirà a questo punto l’altro vicepremier, ovvero il leader di Forza Italia e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani?

Sono di appena qualche giorno le nuove dichiarazioni con cui il titolare della Farnesina è tornato a blindare le banche italiane, ree a quanto pare, secondo Salvini, di avere fatto troppi utili.

In occasione del suo intervento, venerdì scorso, all’Assemblea di Confindustria di Bari, Tajani è tornato a spiegare come, sostanzialmente, il termine extraprofitti non abbia ragione di esistere.

Perché mi sono inquietato lo scorso anno sulle ricende degli extraprofitti? A parte che non so che cosa vuole dire extraprofitti: c’è il profitto lecito e il profitto illecito. Se uno fa il traffico di droga ha un profitto illecito. Se uno vende macchine, prodotti agroalimentari ha un profitto lecito. Extraprofitto non so che cos’è”.

E ancora: “Chi decide dove è extra e dove non è extra il profitto?

Il dubbio extraprofitti sembra essere stato però chiarito. Gli extraprofitti non esistono? No problem, per Salvini. L’importante è colpire direttamente i profitti. A questo punto, ci si chiede in che modo, con forze tanto opposte e dichiarazioni così contrastanti, il governo Meloni riuscirà a trovare la quadra sulla legge di bilancio 2025.

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