I crediti d’imposta per la transizione 4.0 riguardano: ricerca e sviluppo, investimenti in beni strumentali e formazione.
La Legge di Bilancio 2022, nell’ambito del Piano Nazionale Transizione 4.0 ha previsto l’eliminazione di misure precedenti, iperammortamento e superammortamento, a beneficio del nuovo credito d’imposta 4.0.
L’obiettivo del Mise è quello di aiutare lo sviluppo tecnologico e soprattutto incentivare la trasformazione digitale dei processi produttivi. Nel 2022 le agevolazioni per le imprese che compiono questo tipo di investimento sono in diminuzione e le stesse caleranno in modo più accentuato nel triennio 2023-2025.
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Le linee d’azione scelte dal ministero per queste agevolazioni a sostegno della transizione 4.0 sono le seguenti:
- Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali;
- Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione;
- Credito d’imposta formazione 4.0.
Vediamo ora nello specifico cosa è previsto da ognuna delle misure sopra elencate.
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Credito d’imposta per investimenti in beni strumentali alla transizione 4.0
L’obiettivo del credito di imposta è agevolare quelle imprese che investono in beni strumentali, materiali e immateriali, utili alla trasformazione tecnologica e digitale dei processi produttivi.
Per accedere a questa misura le imprese devono presentare una perizia tecnica rilasciata da un ingegnere o da un perito industriale. In alternativa devono presentare un attestato di conformità rilasciato da un ente di certificazione accreditato. Per i beni che hanno un costo unitario d’acquisizione inferiore ai 300.000 euro è sufficiente una dichiarazione resa dal legale che rappresenta l’impresa.
Il credito d’imposta 4.0 per investimenti in beni strumentali assume forme diverse a seconda del caso preso in considerazione, ed è così suddiviso:
1. Beni strumentali materiali tecnologicamente avanzati (ex iperammortamento)
- 40% del costo per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro (10% in meno rispetto al 2021);
- 20% del costo per gli investimenti che superano i 2,5 milioni di euro e fino ad un tetto massimo di 10 milioni (10% in meno rispetto al 2021);
- 10% del costo per gli investimenti compresi tra i 10 e i 20 milioni di euro.
2. Beni strumentali immateriali tecnologicamente avanzati funzionali ai processi di transizione 4.0
In questa agevolazione rientrano anche le spese sostenute attraverso soluzioni di cloud computing, e gli incentivi sono così strutturati:
- 2021-2023: il 20% del costo con un limite massimo di spesa pari a 1 milione di euro.
La quota agevolata scenderà poi al 10% nel 2024 e successivamente al 5% nel 2025.
3. Altri beni strumentali materiali
Questo credito d’imposta è riconosciuto anche agli esercenti arti e professioni, ai soggetti aderenti al regime forfettario, alle imprese agricole e alle imprese marittime.
La misura prevedeva l’anno scorso una agevolazione pari al 10%. Scenderà al 6% nel 2022 con un massimo per i costi ammissibili di 2 milioni di euro.
Il credito d’imposta 4.0 di cui sopra, può essere prolungato fino al 30 giugno 2023 a patto che:
- l’ordine in questione risulti accettato entro il 31 dicembre 2022;
- sia stato pagato un acconto pari al 20% del costo.
4. Altri beni strumentali immateriali
La misura passa dal 10% agevolabile del 2021 al 6% del 2022 con un limite massimo dei costi ammissibili pari a 1 milione di euro.
Il credito d’imposta può essere esteso fino al 30 giugno 2023 nel caso in cui
- l’ordine viene accettato dal venditore entro il 31 dicembre 2022;
- è stato pagato un acconto pari al 20% del costo d’acquisizione.
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Credito d’imposta ricerca e sviluppo, innovazione tecnologica, design e ideazione estetica
Il credito d’imposta R&S incentiva Ricerca e Sviluppo, Innovazione Tecnologica, Design e Ideazione Estetica persegue il fine di sostenere la competitività delle imprese nella transizione 4.0.
Le spese ammissibili per questo tipo di credito d’imposta 4.0 sono le seguenti:
- spese di R&S per il personale;
- spese riguardanti i beni materiali mobili e i software utilizzati per R&S
- spese per contratti riguardanti lo svolgimento da parte del soggetto commissionario delle attività di innovazione tecnologica;
- spese per servizi di consulenza inerenti alle attività di innovazione tecnologica;
- spese per materiali.
Questo credito d’imposta per la transizione 4.0 deve essere indicato nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo in questione. La base di calcolo del credito deve essere considerata al netto degli altri incentivi ricevuti per le stesse spese ammissibili.
Fino al 31 dicembre 2022 il credito d’imposta riconosciuto, per un limite massimo annuale di 4 milioni di euro, è del 20% per le seguenti attività:
- Ricerca fondamentale;
- Ricerca industriale;
- Sviluppo sperimentale.
Viene riconosciuto un credito d’imposta 4.0 del 10% per quelle attività di innovazione tecnologica che hanno il fine di realizzare prodotti o processi produttivi nuovi. Il credito è valido fino al 31 dicembre 2023, per un tetto massimo annuale di 2 milioni di euro.
Inoltre è presente un credito d’imposta per quelle attività di innovazione tecnologica 4.0 e green che hanno lo scopo di realizzare prodotti e processi produttivi nuovi. Questa misura vale fino al 31 dicembre 2022, è pari al 15% della base di calcolo per un tetto annuale di 2 milioni di euro.
Per le attività di design e ideazione estetica il credito d’imposta 4.0 riconosciuto è del 10% per un tetto massimo annuale di 2 milioni di euro. La misura è valida fino al 31 dicembre 2023 e diminuirà al 5% nel biennio successivo.
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Credito d’imposta formazione 4.0
Il credito d’imposta formazione 4.0 è utile nel supportare le imprese nel processo di trasformazione tecnologica creando le competenze utili a realizzare la transizione 4.0. Le attività formative devono essere incentrate su: vendite e marketing, informatica, tecniche e tecnologia di produzione.
Le spese ammissibili per questa misura sono:
- spese di personale relative ai formatori;
- costi di esercizio relativi a formatori e partecipanti alla formazione direttamente connessi al progetto di formazione con l’esclusione delle spese di alloggio;
- costi dei servizi di consulenza connessi al progetto di formazione;
- spese di personale relative ai partecipanti alla formazione e le spese generali indirette per le ore in cui i partecipanti hanno partecipato alla formazione.
La struttura pensata dal Mise per questa misura è la seguente:
- Per le micro e piccole imprese: il 50% delle spese ammissibili per un tetto massimo di 300.000€
- Per le medie imprese: il 40% delle spese ammissibili con un limite di 250.000€
- Per le grandi imprese: il 30% delle spese ammissibili fino a un massimo di 250.000€.
Per accedere a questo credito d’imposta per la transizione 4.0 è necessario indicarlo nella dichiarazione dei redditi relativa al periodo d’imposta. Perché le spese siano ammissibili, inoltre, è necessaria una certificazione rilasciata dal soggetto incaricato della revisione legale dei conti.
Le imprese che usufruiscono di questo incentivo per la transizione 4.0 devono redigere e conservare:
- una relazione che illustri le modalità organizzative e i contenuti delle attività di formazione svolte;
- la documentazione contabile e amministrativa utile a dimostrare la corretta applicazione del beneficio;
- i registri nominativi di svolgimento delle attività formative sottoscritto dal soggetto formatore esterno all’impresa.
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