Trovato un giacimento d’oro del valore di €2.860 miliardi. Ma nessuno può toccarlo

Ilena D’Errico

13 Dicembre 2024 - 19:59

È stato scoperto che questo giacimento d’oro ha un valore di ben 2.860 miliardi di euro. Ecco perché nessuno può toccarlo e cosa sta per cambiare.

Trovato un giacimento d’oro del valore di €2.860 miliardi. Ma nessuno può toccarlo

È stato trovato un giacimento d’oro dal valore di 2.680 miliardi di euro. Una cifra esorbitante, ma è questa la stima aggiornata delle ricchezze nascoste nelle profondità di El Salvador. Che il Paese avesse quantità straordinarie di metalli preziosi non era certo un mistero, però la scoperta di numeri tanto elevati è piuttosto sensazionale. Abbastanza sensazionale da mettere in discussione lo storico divieto sull’estrazione.

Per via di una legge approvata nel 2017, infatti, nessuno può toccare l’oro o altri metalli preziosi. Un divieto che inizialmente trovava l’accordo del Presidente Nayib Bukele, che ora pare vacillare. In un momento non proprio roseo per l’economia salvadoregna, la possibilità di sfruttare i giacimenti d’oro è semplicemente troppo appetibile per lasciarsela sfuggire. Queste le dichiarazioni di Bukele sul suo profilo X:

Siamo l’unico Paese al mondo con un divieto totale dell’estrazione dei metalli, che nessun altro nel mondo applica. Questa ricchezza, che ci è stata data da Dio, può essere sfruttata in maniera responsabile per portare al nostro popolo uno sviluppo sociale ed economico senza precedenti.

Un giacimento d’oro da 2.860 miliardi di euro e nessuno può toccarlo

Come anticipato, nel 2017 El Salvador ha vietato completamente l’estrazione di metalli. Questo insolito divieto deriva dalla volontà di proteggere le risorse idriche del Paese dalla contaminazione, vedendo un forte appoggio dagli ambientalisti e dalla Chiesa cattolica. Lo stesso Presidente Nayib Bukele, eletto nel 2019, si è sempre dichiarato favorevole a questa misura, ma ora è meno sicuro delle proprie convinzioni.

Ciò non significa che El Salvador si avvicini a una vera e propria inversione di tendenza. La salvaguardia dell’ambiente e in particolar modo delle falde acquifere resta una priorità indiscussa, ma Bukele è quanto meno aperto a un compromesso. Il Presidente salvadoregno sta infatti valutando metodi di estrazione sostenibili, valutando l’idea di ammorbidire il divieto, mantenendo ferma l’inibizione di prodotti chimici tossici come il cianuro e il mercurio.

Secondo Nayib Bukele una strategia responsabile di estrazione potrebbe perfino contribuire alla tutela ambientale. I profitti ricavati dallo sfruttamento dei giacimenti preziosi potrebbero infatti essere investiti nella rivitalizzazione di fiumi, laghi e foreste. Il Presidente ha affermato di guardare all’esempio della Norvegia, che sa trarre il meglio dalle proprie risorse naturali senza tuttavia compromettere il contenimento dell’inquinamento.

Quest’idea, almeno in apparenza una soluzione efficace e conveniente, non convince proprio tutti. Secondo Amalia Lopez (Alleanza contro la privatizzazione dell’acqua):

Non è vero che c’è un’estrazione mineraria verde, è pagata con vite umane, problemi renali, respiratori e leucemie non immediate.

Si teme per la salute dei lavoratori eventualmente impiegati nelle miniere, ma anche per la quantità di acqua che sarebbe necessaria per le estrazioni e per la possibile contaminazione da metalli pesanti delle falde acquifere.

D’altra parte, El Salvador vanta “la più grande riserva aurea del mondo per chilometro quadrato” secondo il Presidente Bukele, per un valore di circa 2.860 miliardi di euro, vale a dire ben 88 volte il Prodotto nazionale lordo del Paese. Oltre ai giacimenti d’oro, il Paese vanta quantità considerevoli anche di argento, gallio, tantalio e stagno, con un’invidiabile capacità mineraria. Considerando che l’economia non va a gonfie vele - il 27% dei cittadini di El Salvador viene classificato come povero - è facile capire perché un’inversione sull’industria mineraria possa apparire convincente.

Le esplorazioni relative ai giacimenti nascosti d’oro e d’argento si sono interrotte con il divieto emanato nel 2017, non riuscendo così a conoscere con precisione l’entità di metalli preziosi nascosti nel sottosuolo. Con le nuove tecnologie le informazioni reperite dai ricercatori permettono tuttavia di quantificare le riserve d’oro con maggiore precisione, appurando che si estende quasi sotto l’intera superficie del Paese.

Il cambiamento della legge sulle estrazioni potrebbe così trovare spazio all’interno del governo salvadoregno, per quanto ci siano forti resistenze. I timori per la salute e l’ambiente sono considerati con attenzione anche da Bukele, che però ritiene di poter salvaguardare il territorio con un’industria mineraria sostenibile, aiutando così il progresso del Paese e creando posti di lavoro.

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