Una richiesta di codice a nome di uno dei propri contatti, quindi il blocco dell’app: è la truffa WhatsApp del codice a 6 cifre. Cosa si rischia e come fare ad evitarla
Sembra purtroppo sempre più ricorrente la cosiddetta truffa WhatsApp del codice a 6 cifre, che sta colpendo moltissimi utenti della capillare applicazione di messaggistica istantanea.
Parte tutto con una richiesta di un codice, di per sé sicuramente già sospetta, ma in arrivo a nome di uno dei propri contatti, che con la scusa di un apparente errore di inoltro chiede di ripetergli la sequenza numerica che nel frattempo la vittima effettivamente riceve tramite SMS.
La replica di quel codice da parte dell’utente porta al blocco del profilo WhatsApp per 7 giorni e - circostanza ben più grave - dà di fatto agli hacker la proprietà del profilo, con l’elevato rischio di diffondere a macchia d’olio la truffa.
Da qui il propagarsi del raggiro di profilo in profilo e il rischio che possa innescare la diffusione di nuove truffe e malware, anche di maggiore gravità.
Truffa WhatsApp del codice a 6 cifre: come funziona
La struttura della truffa è tanto semplice quanto subdola: se è infatti vero che la richiesta di un codice a sei cifre può far insospettire, va precisato però che la richiesta arriva sempre a nome di uno dei propri contatti, che non fa altro che invitare la vittima a ripetere un codice che lui stesso - questo lo stratagemma - ti avrebbe inviato per sbaglio.
A differenza di casi come la truffa del finto operatore Vodafone, è quindi apparentemente un nostro conoscente a scriverci. Nei purtroppo già numerosi precedenti, il messaggio WhatsApp che dà il via a tutto ha una struttura sempre identica.
Dopo un primo saluto con un semplice “Ciao” , subito scatta la richiesta della ripetizione della sequenza numerica:
“Ti ho inviato un codice per sbaglio, potresti rimandamelo?”.
Nel frattempo la vittima riceve un numero di sei cifre tramite SMS, che se replicato in chat blocca immediatamente l’account WhatsApp, del quale si potrà riprendere possesso solo a distanza di 7 giorni.
Truffa WhatsApp del codice a 6 cifre: come difendersi
Come detto, l’elemento di maggior inganno è costituito proprio dal fatto che il messaggio arrivi da uno dei nostri contatti.
Proprio per questo, non è scorretto darsi come regola generale quella di ignorare sempre qualunque richiesta di codici, in ogni caso sospetta perché le circostanze che porterebbero qualcuno a inoltrarci per sbaglio delle cifre destinate a terzi - peraltro tramite SMS - sono a dir poco remote, per non dire inesistenti.
Ma ad aiutarci nello sfuggire al raggiro possono essere anche i tratti impersonali delle comunicazioni ricevute, che come abbiamo visto si presentano ipergeneriche e abbastanza formali, per quanto semplici.
Specie se riceviamo il messaggio da nostri contatti e conoscenti abituali, basterà una prima occhiata a capire che quei messaggi non sono affatto attribuibili a lui/lei.
Fondamentale infine anche l’abilitazione delle notifiche di sicurezza WhatsApp, che mettono quindi di fronte a una notifica ogni volta che un contatto cambia il codice di accesso a 6 cifre; così come la cosiddetta verifica a due passaggi, quella che richiede l’inserimento di un PIN per ogni registrazione del proprio numero di telefono su WhatsApp.
Questo perché - va specificato - il meccanismo dietro alla truffa prevede l’inserimento di un numero di telefono attuale che è quello di un contatto della vittima, e come nuovo numero quello della vittima, che va quindi a procedere - a sua insaputa - a una nuova registrazione WhatsApp.
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