Il Presidente potrebbe bloccare l’app su tutto il territorio statunitense, in una sorta di rappresaglia contro Pechino. I dettagli
Trump considera un ban di TikTok negli Stati Uniti. Il Presidente ha dichiarato che la sua amministrazione sta valutando la possibilità di sospendere la sempre più celebre app negli Stati Uniti, lasciando intendere la mossa come una rappresaglia contro la Cina e la sua gestione del coronavirus.
L’annuncio del tycoon è arrivato a breve distanza dalle parole molto simili pronunciate dal Segretario di Stato Michael Pompeo. Quest’ultimo aveva infatti già anticipato come diversi funzionari USA fossero a lavoro sul tentativo di bloccare l’applicazione.
La società madre di TikTok è la cinese ByteDance Ltd. Interpellato sulla questione, Pompeo ha negato il tentativo di divieto, spiegando invece che l’analisi di TikTok fa parte di uno sforzo maggiore che mira a proteggere i dati privati dei cittadini americani.
Ma le parole più dure e dirette sono quelle arrivate - come spesso accade - da Donald Trump. Il numero uno della Casa Bianca non ha infatti mancato di rimarcare le sue accuse relative alla gestione del coronavirus da parte dell’esecutivo di Pechino, per poi confermare la necessità di tenere sotto controllo l’applicazione:
“È qualcosa che stiamo osservando, sì, un affare enorme. Guardiamo ad esempio a quello che è successo in Cina con il coronavirus, quello che hanno fatto a questo Paese e a tutto il mondo è vergognoso”.
Anche Trump considera ban di TikTok negli Stati Uniti
Per il momento Trump non ha fornito nessun dettaglio circa una potenziale decisione. Ha solo spiegato che un ban di TikTok sarebbe “uno dei tanti modi per colpire il governo di Pechino, colpevole di aver infettato circa 3 milioni di persone negli Stati Uniti e uccise oltre 130.000.”
L’app è al momento già oggetto di un’indagine separata della Federal Trade Commission e del Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. Quest’ultima si focalizza sulla raccolta dati della piattaforma, con specifico riferimento ai minori.
In molti tra esperti di settore e associazioni a tutela della privacy hanno evidenziato che TikTok raccoglie abitualmente informazioni su minori di 13 anni senza il consenso dei genitori, in violazione della legge statunitense.
In tutta risposta i vertici di ByteDance hanno negato ogni violazione, mettendo in luce il doppio nodo con cui la compagnia e la stessa app sono legate al suolo americano:
“TikTok è guidata da un CEO americano, con centinaia di dipendenti e leader chiave che lavorano quotidianamente per la sicurezza, la privacy, i prodotti e le norme statunitensi. Non abbiamo fornito i dati degli utenti al governo cinese, né mai lo faremmo se dovesse esserci richiesto”.
TikTok ha assunto l’ex dirigente della Walt Disney Kevin Mayer come amministratore delegato lo scorso mese, garantendogli anche la carica di direttore generale di ByteDance.
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