Donald Trump sempre più sofferente nel blocco imposto contro il coronavirus. Il presidente USA si è schierato a favore delle proteste contro il lockdown in alcuni Stati. C’è sempre più caos nella nazione americana
Sembrava si fosse calmata la polemica tra Donald Trump e i governatori degli Stati USA sulla questione della riapertura della nazione. Invece, nella giornata di venerdì 17 aprile, il presidente è tornato a schierarsi contro il lockdown imposto in alcuni Stati. Non a caso, guidati da democratici.
Lo scontro politico si fa sempre più acceso negli Stati Uniti. Dopo aver presentato le linee guida per l’allentamento delle misure restrittive in tre fasi, Trump non è riuscito a mantenere una posizione istituzionale, chiara, equilibrata sull’emergenza coronavirus nel suo Paese.
E, soprattutto, è tornato a mostrare grande fastidio per le misure restrittive che stanno bloccando la nazione, dove intanto si contano oltre 700.000 contagi e più di 37.000 decessi.
Il suo appoggio alle proteste in strada in alcuni Stati contro il lockdown è solo l’ultima dimostrazione della confusione del presidente in questo momento di crisi.
Trump appoggia il movimento anti-lockdown: strategia elettorale?
Ohio, Kentucky, North Carolina, Utah, Virginia, Minnesota, Michigan: in tutti questi Stati si stanno organizzando dei veri e propri movimenti anti-lockdown.
Il loro scopo è diffondere il grido di rabbia contro il blocco e le misure restrittive imposte dai governatori per arginare i contagi e i decessi da COVID-19. I cittadini sono già scesi in strada mercoledì 15 aprile, armati di pistole e fucili, nelle più classiche immagini degli statunitensi.
Non si è fatta attendere la reazione positiva ed esaltata di Donald Trump, il più sofferente - e da sempre - contro la chiusura della più grande economia del mondo. Il presidente ha voluto esprimere la solidarietà ai gruppi di protesta con messaggi tweet molto espliciti:
“liberate il Minnesota, liberate il Michigan, liberate la Virginia. E salvate il vostro grande Secondo Emendamento. È sotto assedio”.
Un appunto, quest’ultimo, riferito alla decisione del governatore democratico della Virgina di firmare un provvedimento per il controllo del possesso delle armi.
Trump ha difeso il suo appoggio al movimento anti-lockdown anche quando gli è stato fatto notare che le persone hanno violato il distanziamento sociale e messo in pericolo la salute delle persone. “Mi sono sembrati responsabili”, è stata la risposta presidenziale.
Quest’ultimo episodio non fa che accertare la strategia del presidente: rafforzare la sua immagine e il consenso nei suoi riguardi in vista delle presidenziali di novembre. Non a caso, Trump sta sostenendo proteste contro governatori democratici e in Stati importanti a livello elettorale.
Di nuovo, l’allerta sanitaria per il coronavirus sta passando in secondo piano nella strategia della Casa Bianca. Il presidente è tornato a diffondere ottimismo, prevedendo soltanto 65.000 morti, molti meno delle stime.
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