In Turchia nuove decisioni economiche e finanziarie stanno scuotendo il mercato valutario e la Borsa: in rally la lira turca e crollo per l’indice di riferimento della Borsa di Instabul. I motivi.
La lira turca si è diretta verso il suo più grande guadagno di quest’anno, estendendo l’anticipo di venerdì, dopo che il Governo ha annunciato nuove misure per rafforzare la valuta e raffreddare i prestiti.
Nello specifico, la divisa nazionale è balzata di oltre il 5% sul dollaro, il più forte rialzo tra i mercati emergenti, portando il suo rally di due giorni a quasi l’8%. Nel frattempo, l’indice di riferimento Borsa Istanbul 100 è sceso fino al 2,8%, il crollo maggiore in più di due settimane, guidato dalle perdite per le società esportatrici.
Il motivo di questi movimenti sta nelle ultime decisioni del Paese emergente, alle prese con una situazione eocnomica interna non rosea. Erdogan sta cercando di rafforzare la lira attraverso canali non ortodossi, per esempio raffreddando i prestiti con una misura a sorpresa che li vieta alle società ritenute ricche di contanti in valuta estera.
Le ultime mosse di Erdogan e il rally della lira
L’autorità di regolamentazione bancaria turca sta limitando i prestiti in lire commerciali ai mutuatari aziendali se detengono più di 15 milioni di lire ($ 890.000) in valuta estera e se l’importo supera il 10% delle attività totali o delle vendite annuali.
Questa è la nuova decisione annunciata venerdì, a mercati chiusi.
La mossa è l’ultima della Turchia nel tentativo di stabilizzare la lira in un momento in cui i tassi di interesse (aggiustati all’inflazione) del Paese sono i più negativi al mondo. Sotto la pressione del presidente Erdogan per mantenere bassi i tassi - in quella che è definita una politica monetaria non ortodossa e del tutto atipica, fortemente criticata dagli analisti - i responsabili politici hanno implementato misure per frenare la crescita del credito e rendere la lira più attraente per i risparmiatori e le aziende.
L’impatto iniziale delle nuove normative sarà “grave”, ma le misure potrebbero alla fine fornire un sollievo a breve termine solo una volta che le grandi aziende come gli esportatori ridurranno la loro esposizione in valuta estera in risposta, scrivono l’economista della Deutsche Bank Fatih Akcelik e Christian Wietoska in una nota riportata da Bloomberg.
L’impatto sulla lira, intanto, c’è stato: al momento, la valuta del Paese emergente resta rafforzata sul dollaro. La coppia USD/TRY scambia a 16,7250, con un calo dello 0,68%.
Borsa turca colpita: i motivi
A soffrire di più della decisione sono gli asset di rischio. L’indice BIST 100 è stato scambiato in ribasso dello 0,9% alle 10:52 a Istanbul, con 84 titoli su 100 membri in calo. Le azioni degli esportatori, tra cui il produttore di vetro Turkiye Sise ve Cam Fabrikalari e il produttore siderurgico Eregli Demir ve Celik Fabrikalari, hanno riportato le maggiori perdite.
Secondo Pinar Uguroglu Delice, vicedirettore della ricerca di TEB Investment a Istanbul, su oltre 400 società quotate, 58 di loro hanno depositi in valuta in eccesso nei loro bilanci, che superano i limiti regolamentari stabiliti dalla nuova misura.
Per continuare a sfruttare il mercato dei prestiti in lire, queste aziende potrebbero svendere l’importo in eccesso, che TEB Investment calcola come 91,5 miliardi di lire (o $5,6 miliardi). Altre opzioni includono l’allocazione di fondi in eurobond turchi, l’investimento in scorte anticipando le importazioni o il passaggio a conti di deposito in lire protetti da FX, ha affermato in un rapporto.
Enka Insaat, Turkcell, Ulker, Ford Otosan e Kardemir sono considerati tra i più vulnerabili alla regolamentazione a causa della grande liquidità in eccesso.
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