Il fallimento della controffensiva ha dato avvio ad una forte contrapposizione tra il presidente Zelensky e il generale Valery Zaluzhny. Nel frattempo, si prende tempo prima dell’entrata nella NATO.
Il fallimento della controffensiva ucraina e la fiacchezza dimostrata dai Paesi occidentali - America in primis - nel sostenere la guerra di Kiev, ha innescato uno scontro interno all’Ucraina che lascia aperti numerosi interrogativi sul futuro del presidente Volodymyr Zelensky.
Nelle ultime settimane, infatti, si sono succeduti una serie di fatti che raccontano ciò che sta accadendo nel Paese, dove accrescono i malumori verso la leadership del presidente. Il 6 novembre, uno stretto consigliere e amico intimo di Valery Zaluzhny, il maggiore Gennady Chastyakov, è stato ucciso in un’esplosione avvenuta nel giorno del suo compleanno.
In un’intervista rilasciata all’Economist, il 1° novembre, Zaluzhny aveva smentito la narrazione “ottimistica” di Zelensky sull’andamento della guerra. “Come durante la Prima Guerra Mondiale - ha dichiarato il generale - abbiamo raggiunto un livello tecnologico che ci mette in una situazione di stallo”, ha spiegato, sottolineando che, allo stato attuale, la tecnologia moderna e le armi di precisione di entrambe le parti impediscono alle truppe di sfondare le linee difensive del nemico. Parole che non sono affatto piaciute al leader ucraino, furioso per le dichiarazioni pronunciate dal suo generale. [...]
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