Donald Trump attacca l’UE: «Fondata per fregare gli USA». Annuncia dazi del 25% sui prodotti europei, colpendo duramente il commercio transatlantico. Bruxelles risponde con fermezza.
L’Europa sarebbe nata per “fregare” gli Stati Uniti.
Questa è l’accusa mossa dal presidente americano Donald Trump durante una riunione di gabinetto, in cui ha annunciato nuovi dazi del +25% sui prodotti importati dall’Unione Europea.
La decisione, che coinvolgerà vari settori, tra cui quello automobilistico, segna un’ulteriore escalation nelle tensioni commerciali e politiche tra Washington e Bruxelles.
Trump ha giustificato la mossa con il “deficit commerciale statunitense”, che, a suo dire, ammonterebbe a 300 miliardi di dollari nei confronti dell’Europa.
La Commissione europea, però, non ci sta e contesta questi numeri, minacciando una risposta immediata e decisa. In ogni caso l’annuncio di Trump rischia di avere pesanti ripercussioni sulle relazioni economiche e politiche tra le due sponde dell’Atlantico. Di seguito tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
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Trump alza i dazi:“ L’UE è stata inventata per fregare gli USA”
Donald Trump ha lanciato un attacco diretto all’Unione Europea, accusandola di essere stata creata con l’obiettivo di “danneggiare economicamente” gli Stati Uniti.
Durante la sua prima riunione di gabinetto, il presidente americano ha dichiarato che “i prodotti europei saranno presto soggetti a dazi del 25%", riferendosi in particolar modo alle auto provenienti dal Vecchio Continente. Il provvedimento si estenderà anche a Canada e Messico, con entrata in vigore prevista per il 2 aprile.
Trump ha giustificato questa decisione con il presunto “deficit commerciale tra Stati Uniti e UE”, sostenendo che esso raggiunge i 300 miliardi di dollari. Tuttavia, la Commissione europea ha contestato queste cifre, affermando che il deficit reale è di circa 150 miliardi di euro ( circa157 miliardi di dollari) e si riduce a 50 miliardi se si considera il surplus nei servizi.
Questa nuova offensiva commerciale si inserisce in un contesto già teso, con Washington che negli ultimi tempi ha più volte minacciato l’Europa con misure protezionistiche. L’annuncio dei dazi, infatti, segue una lunga serie di tensioni, tra cui le divergenze sulle politiche digitali e fiscali. La mossa di Trump sarebbe, secondo gli esperti, una strategia per mettere pressione sull’UE e ottenere nuove concessioni nei rapporti economici bilaterali.
La risposta dell’Europa e le conseguenze economiche dei dazi americani
L’Unione Europea non è rimasta in silenzio di fronte alle dichiarazioni e alle nuove misure imposte dagli Stati Uniti. In una nota ufficiale, la Commissione europea ha respinto le accuse di Trump, affermando che l’UE non solo non ha danneggiato gli Stati Uniti, ma al contrario ha rappresentato una “benedizione”: “l’Unione Europea è il più grande mercato di libero scambio del mondo e ha incentivato la crescita economica anche per gli Stati Uniti”, ha sottolineato un portavoce dell’esecutivo comunitario.
Bruxelles ha inoltre dichiarato che risponderà “con fermezza e immediatamente” alle nuove tariffe imposte da Washington, lasciando intendere la possibilità di misure ritorsive su prodotti americani. L’aumento dei dazi potrebbe avere un impatto significativo sulle economie europee, in particolare su quelle maggiormente dipendenti dall’export verso gli Stati Uniti, come Germania e Italia. Il settore automobilistico, uno dei più colpiti, rischia di subire un duro colpo, con le case produttrici europee che potrebbero vedere aumentare il costo dei loro veicoli sul mercato americano, riducendone la competitività.
Inoltre, la decisione di Trump potrebbe inasprire ulteriormente le relazioni diplomatiche tra Ue e Usa, già compromesse da numerose divergenze sulla politica ambientale, la NATO, la tecnologia digitale e la gestione del conflitto russo-ucraino - Trump, infatti, avrebbe concesso solo 3 settimane all’Ucraina per arrendersi. Intanto, le aziende europee stanno valutando alternative, rafforzando i mercati asiatici e sudamericani per ridurre la dipendenza dagli Stati Uniti.
Tuttavia, l’eventualità di un accordo diplomatico non è del tutto esclusa: in passato, situazioni simili sono state risolte con negoziati che hanno portato a riduzioni tariffarie e a nuovi accordi commerciali bilaterali. In ogni caso la posizione diplomatica di Trump è quanto più distante ci sia dalle posizioni moderare dell’Europa, portando i due Paesi sui lati opposti della scacchiera geopolitica. Resta da vedere se questa escalation porterà a una ridefinizione dei rapporti economici o a un conflitto commerciale prolungato.
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