L’UE sta avviando una nuova indagine su questo marchio d’auto cinese

Luna Luciano

30 Marzo 2025 - 11:46

L’Unione Europea ha avviato un’indagine su un importante marchio automobilistico cinese, sospettato di aver ricevuto sussidi illegali. Ecco tutto quello che c’è da sapere a riguardo.

L’UE sta avviando una nuova indagine su questo marchio d’auto cinese

L’Unione Europea ha puntato i suoi riflettori su uno dei giganti dell’industria automobilistica cinese: BYD.

L’azienda, che si è affermata come il più grande produttore mondiale di auto elettriche, è ora al centro di un’inchiesta per presunti aiuti finanziari illegali ricevuti sul suolo europeo. Questa nuova indagine rientra in un quadro più ampio di tensioni commerciali tra l’UE e la Cina, in cui Bruxelles accusa Pechino di sovvenzionare ingiustamente le proprie aziende per ottenere un vantaggio competitivo.

BYD non è nuova al mercato europeo. Negli ultimi anni ha puntato con decisione all’espansione nel continente, con una gamma di modelli sempre più competitiva e l’annuncio della costruzione di una nuova fabbrica in Ungheria. Tuttavia, proprio questo progetto ha destato sospetti tra le autorità europee, che ora vogliono verificare se l’azienda abbia ricevuto aiuti di Stato non conformi alle regole dell’UE.

Se le accuse verranno confermate, le ripercussioni potrebbero essere significative non solo per BYD, ma per l’intero settore dell’auto elettrica in Europa. Ecco cosa sappiamo a riguardo e quali potrebbero essere le conseguenze per BYD. Di seguito tutto quello serve sapere a riguardo.

BYD sotto inchiesta: il motivo dell’indagine e il contesto UE-Cina

BYD è uno dei nomi più importanti nel panorama delle auto elettriche. Fondata in Cina, l’azienda è cresciuta rapidamente grazie a investimenti massicci nel settore delle batterie e dell’elettrificazione, arrivando a competere con i grandi colossi delle autovetture. In Europa, BYD ha lanciato una serie di modelli di successo e ha annunciato l’apertura di una fabbrica in Ungheria, un segnale chiaro della sua volontà di radicarsi nel mercato comunitario.

Tuttavia, la Commissione Europea sospetta che l’azienda abbia ricevuto aiuti di Stato illegali da Pechino per sostenere i suoi investimenti in Europa. Secondo le normative dell’UE, i sussidi statali devono essere notificati e approvati per evitare distorsioni del mercato e garantire una concorrenza leale. Bruxelles teme che BYD stia beneficiando di un vantaggio ingiusto grazie a fondi governativi cinesi non dichiarati, che potrebbero aver facilitato la costruzione della sua fabbrica ungherese.

Questa indagine si inserisce in una più ampia disputa commerciale tra UE e Cina. Già nel novembre scorso, Bruxelles ha imposto tariffe punitive fino al +45,3% sulle auto elettriche prodotte in Cina, accusando Pechino di fornire ingenti sovvenzioni ai propri produttori per dominarne il mercato. La Cina ha reagito con un reclamo all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC), contestando le misure europee. La situazione ha diviso l’industria automobilistica europea: mentre alcuni paesi, come la Germania, si sono opposti alle tariffe per proteggere i propri interessi in Cina, altri sostengono la necessità di difendere il mercato da una concorrenza ritenuta sleale.

Le possibili conseguenze per BYD

Se l’indagine della Commissione Europea confermerà che BYD ha ricevuto sussidi illegali per il suo stabilimento in Ungheria, l’azienda potrebbe subire conseguenze significative. Le sanzioni potrebbero includere l’obbligo di restituire gli aiuti ricevuti, la riduzione della capacità produttiva della fabbrica o addirittura la vendita di alcuni asset europei. Inoltre, potrebbero essere imposte multe per la violazione delle normative comunitarie in materia di concorrenza.

Queste misure rischiano di rallentare l’espansione di BYD in Europa, proprio in un momento in cui l’azienda stava guadagnando una posizione di rilievo nel mercato delle auto elettriche. Un’eventuale conferma delle irregolarità potrebbe anche influenzare la percezione del marchio tra i consumatori europei, danneggiandone l’immagine e la fiducia del pubblico.

L’impatto non si fermerebbe a BYD. Un inasprimento delle politiche commerciali europee contro i produttori cinesi potrebbe portare a nuove tensioni tra l’UE e la Cina, con possibili ritorsioni da parte di Pechino. Questo scenario potrebbe influenzare l’intero settore automobilistico europeo, che già dipende in parte dalla collaborazione con aziende cinesi per l’approvvigionamento di batterie e componenti.

Nel frattempo, gli altri produttori di auto elettriche guardano con attenzione agli sviluppi dell’indagine. Alcuni competitor europei potrebbero trarre vantaggio da eventuali restrizioni imposte a BYD, mentre altri temono un’escalation nelle tensioni commerciali che potrebbe colpire anche le loro esportazioni verso la Cina. Resta da vedere se l’UE sceglierà la via della fermezza o tenterà di trovare un compromesso con Pechino per evitare un’escalation delle tensioni.

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