L’UE vieta le sostanze chimiche presenti in quasi tutte le cucine

Ilena D’Errico

21 Dicembre 2024 - 19:21

Sostanze chimiche nei prodotti a uso alimentare. Arriva il divieto dell’Unione europea, che riguarda articoli presenti in quasi tutte le cucine.

L’UE vieta le sostanze chimiche presenti in quasi tutte le cucine

L’Unione europea ha vietato una delle sostanze chimiche più presenti in quasi tutte le cucine, accogliendo le preoccupazioni delle associazioni per la salute dei consumatori. Si tratta del bisfenolo A, presente in una grande quantità di prodotti destinati all’uso alimentare e molto nocivo in caso di contaminazione. Presto, sarà definitivamente vietato, con un inasprimento delle restrizioni già adottate dall’Ue. A muovere la decisione diverse sentenza della Corte europea, che hanno vagliato diverse problematiche legate alle materie plastiche, anche in tema ambientale.

Cos’è il bisfenolo A

Il bisfenolo A, indicato anche come bisfenolo-a o BPA, è una sostanza chimica impiegata per la produzione di policarbonati. Si tratta di plastiche dal colore chiaro o trasparente, che poi può essere tinto, resistenti sia dal punto di vista chimico che meccanico e leggere. Grazie a queste caratteristiche il bisfenolo A è impiegato largamente nella produzione di plastica ad uso alimentare, come piatti, bicchieri, contenitori per conservare gli alimenti. Non solo, il BPA è spesso il componente principale di speciali resine usate per rivestire l’interno di lattine destinate a contenere bevande o alimenti e, per lo stesso motivo, dei cartoni per la pizza.

L’utilizzo del bisfenolo A al di fuori del campo alimentare è altrettanto vasto, va dalla carta termica per gli scontrini fino ai dispositivi odontoiatrici. Il BPA si trova così in molti oggetti di uso quotidiano, tra cui i flaconi di bagnoschiuma o di detersivo. Nel complesso, si tratta di una delle sostanze chimiche più prodotte al mondo, usato in tutti i Paesi industrializzati per la produzione di plastiche in associazione ad altri additivi.

Rischi per la salute

I rischi per la salute correlati al BPA sono da tempo attenzionati dalla comunità scientifica, ma non tutti i prodotti che lo contengono sono da demonizzare. La modalità con cui si entra in contatto con la sostanza, la quantità e la frequenza dell’esposizione, come anche le particolari condizioni del soggetto incidono notevolmente. Gli studi sul bisfenolo A stanno raccogliendo diverse informazioni in proposito, ma al momento l’unico dato ritenuto attendibile riguarda la caratterizzazione del BPA come interferente endocrino e nocivo per la capacità riproduttiva.

Caratteristiche che rendono la sostanza nociva soprattutto per i neonati e per i feti, con un livello di tossicità che diminuisce per gli adulti. Questa sostanza chimica è particolarmente pericolosa quando ingerita, attraverso la contaminazione alimentare tramite gli imballaggi in plastica. Di norma ciò avviene a causa di difetti di produzione o negligenze, ma anche alla degradazione della plastica a causa del calore. Secondo le evidenze scientifiche bisogna fare attenzione agli alimenti ricchi di grassi, evitando in ogni caso il contatto prolungato e l’esposizione a temperature elevate.

Il divieto dell’Ue

Con il procedere della ricerca sul BPA l’Unione europea adegua la normativa sul suo utilizzo, soprattutto in base ai dati riportati dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) e dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche. Per questo motivo dal 2009 il bisfenolo A è vietato nella produzione di cosmetici, mentre dal 2011 un analogo divieto riguarda i biberon per lattanti. In ogni caso il Regolamento europeo sulle sostanze chimiche (Reach) pone il BPA tra le “sostanze particolarmente preoccupanti”, pertanto il suo uso è da limitare e sostituire quando possibile.

Restano comunque alcuni problemi, intanto perché l’esposizione continua a essere superiore ai livelli accettabili, ma anche perché di recente l’Efsa ha diminuito drasticamente la soglia giornaliera tollerabile di BPA per gli adulti. Di conseguenza, la Commissione europea ha deciso di provvedere con un divieto riguardante tutti i prodotti destinati all’uso alimentare.

A metà del 2026 dovrebbero così entrare in vigore restrizioni riguardanti oggetti presenti in quasi tutte le cucine, dando per l’appunto un periodo di transizione di 18 mesi.

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