Il mondo si muove e cambia gli equilibri di potere, non più a favore degli Usa ma con Cina e Russia protagoniste vincenti: un’analisi dell’esperto Giacomo Gabellini.
Nuovi equilibri - o squilibri - mondiali sono all’orizzonte con l’incrocio degli ultimi eventi strategici: la vittoria di Trump, la guerra in Ucraina, la rivalità occidentale contro la Cina.
Le elezioni Usa che si sono concluse con il ritorno alla Casa Bianca del tycoon hanno riacceso i riflettori sulla politica estera della prima potenza globale, soprattutto nei confronti di Russia (tanto osteggiata dalla strategia di Biden e dei democratici Usa) e Cina (nemica numero uno specialmente in termini commerciali).
Quale sarà il prossimo ordine mondiale? L’analista geopolitico Giacomo Gabellini ha offerto la sua visione del mondo che verrà in un intervento su Money.it. L’esperto ha richiamato alla memoria la teoria geopolitica di Mackinder, che aveva indicato nell’Eurasia la zona chiave per dominare il mondo:
...se si legge alla luce di questa teoria di Mackinder quello che è accaduto negli ultimi vent’anni, ci si spiega molte cose. Si spiega l’iniziativa cinese della Via della Seta, si spiega perché gli Stati Uniti abbiano cercato costantemente di accendere una serie di fuochi proprio nei punti di intersezione, di faglia.
Tutto il caos che c’è stato in Medio Oriente, il caos in Siria, l’esplosione dello stato islamico tra Siria e Iraq, cosa sono? Accendere quei fuochi nel cuore dell’Eurasia significa creare instabilità e fare in modo che queste vie di comunicazione, la costruzione di queste immense infrastrutture che la Cina ha messo in cantiere, che richiede stabilità per essere ultimata, non vada in porto, perché se non va in porto niente di questi progetti occorrerà continuare a servirsi del mare e quindi delle rotte commerciali che continuano ad essere presidiate dagli Stati Uniti.
E attenzione, secondo Gabellini: non è detto che questo dominio Usa si mantenga in eterno. “Per ogni nave prodotta dagli Stati Uniti i cinesi ne producono 250. Gli Stati Uniti sono un Paese che ha 330 milioni di persone, la Cina ne ha un miliardo e mezzo, con un’industria che ormai è incommensurabilmente superiore a quella statunitense, che non hanno sostanzialmente più niente, quindi nulla è eterno...”
L’ordine mondiale guidato dalle forze occidentali, egemoni da un punto di vista duplice, sia politico che ecnomico, si sta sfaldando. Cina e Russia si stanno ritagliando il loro posto?
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