Si fa sempre più intricato il dossier UniCredit-Banco BPM, con tanti attori dello scacchiere finanziario italiano (ma non solo) contrari alle nozze.
UniCredit è una “banca straniera” - come ha rimarcato più volte il vicepremier, leader della Lega e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini - ma, a quanto pare, al governo Meloni va bene se a blindare Banco BPM siano i francesi di Crédit Agricole.
L’asse tra il governo Meloni e la Banque Verte è, di fatto, ufficialmente partito, come ha confermato la mossa con cui i francesi, già azionisti di maggioranza di Banco BPM, sono saliti ulteriormente nel capitale di Piazza Meda, portando la loro partecipazione a oltre il 15%, con tanto di placet, a quanto pare, di Palazzo Chigi. E con tanto di richiesta alla BCE di ottenere l’autorizzazione per avanzare fino al 20% circa del Banco.
D’altronde, la priorità del governo Meloni è quella di fare da scudo al cavaliere bianco disponibile (ma lo è davvero?) a scrivere la parola fine al dossier MPS-Banca Monte dei Paschi di Siena: esattamente, Banco BPM. [...]
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