UniCredit-Commerzbank: Orlopp dice nein, Orcel si copre dal rischio titolo

Laura Naka Antonelli

28 Ottobre 2024 - 10:49

Bettina Orlopp ha detto no alla fusione tra le due banche spiegando la sua opposizione con due fattori ben precisi.

UniCredit-Commerzbank: Orlopp dice nein, Orcel si copre dal rischio titolo

Per ora niente nozze tra UniCredit e Commerzbank: lo ha detto la nuova CEO della banca tedesca finita nel mirino di Piazza Gae Aulenti, Bettina Orlopp.

In un’intervista rilasciata alla rivista The Banker, Orlopp ha motivato il suo nein con il mancato completamento dell’Unione bancaria in Europa e, anche, con l’assenza dell’EDIS, ovvero di uno schema comune UE di garanzia sui depositi: due elementi a suo avviso imprescindibili per la realizzazione di una fusione cross border tra le banche.

Se queste condizioni sine qua non fossero presenti, ha chiarito l’amministratrice delegata della banca teutonica, l’ipotesi di una fusione potrebbe essere considerata da Commerzbank.

Ma, visto che entrambe non sono soddisfatte, secondo Orlopp Commerzbank non ha di fatto alcuna convenienza a convolare a nozze con UniCredit, la banca italiana guidata dall’AD Andrea Orcel.

A due ore circa dall’inizio della giornata di contrattazioni del Ftse Mib di Piazza Affari, il titolo UniCredit avanza di oltre l’1%, a quota 40,645 euro, mentre le azioni Commerzbank avanzano di appena lo 0,31%, a $16,20, alla borsa di Francoforte.

UniCredit-Commerzbank: la mossa di Orcel per proteggersi dal rischio titolo CBK

Dal canto suo, in attesa che la BCE sia esprima sul dossier, approvando o bocciando la sua richiesta di salire fino al 21% del capitale di Commerzbank, Andrea Orcel non è rimasto certo con le mani in mano.

Tutt’altro: il CEO ha deciso di giocare d’anticipo, blindando UniCredit dal rischio che le azioni Commerzbank scendano in Borsa e facciano scendere, di conseguenza, il valore della partecipazione al momento posseduta dalla banca italiana, pari a una quota effettiva del 9% e a derivati per un valore ulteriore dell’11,5%.

Per proteggersi da questo rischio, Orcel - ha riportato un articolo di Bloomberg - si è già dato da fare, contattando la banca americana Jefferies Financial Group e, con il suo aiuto, facendo praticamente hedging sulla posizione accumulata nel capitale del gruppo tedesco.

Ricorrendo a strumenti finanziari complessi, il banchiere ha così protetto Piazza Ge Aulenti dalla minaccia di un calo delle azioni CBK alla borsa di Francoforte.

Con questa mossa, Orcel ha da un lato assicurato UniCredit dal pericolo di un eventuale dietrofront dei titoli della preda ambìta e dunque dalla svalutazione della quota detenuta in essa; dall’altro lato, il CEO di Piazza Gae Aulenti ha mantenuto una opzionalità sulla partecipazione accumulata, che gli consentirà di valutare bene la situazione e di decidere se alzare o tagliare la partecipazione detenuta in Commerzbank.

La strategia ha portato Jefferies, così si apprende, a detenere una partecipazione del 5,3% in Commerzbank attraverso contratti derivati.

Nel frattempo, da un altro articolo di Bloomberg è emersa l’indicazione arrivata dalla divisione di ricerca di Jefferies, che ha scritto in una nota che UniCredit dovrebbe astenersi dal lanciare un’offerta su Commerzbank fino al secondo semestre del 2025, ovvero fino al prossimo luglio, per evitare di essere costretta a lanciare un’offerta obbligatoria sulla banca tedesca.

Orlopp su Commerzbank: per ora strategia stand alone

Tornando all’intervista rilasciata da Bettina Orlopp a The Banker, la CEO di Commerzbank, in occasione della riunione annuale dell’International Institute for Finance che si è svolta venerdì scorso a Washington DC, ha precisato di aver lanciato una strategia “stand-alone” per la banca tedesca precisando che, durante i suoi primi 100 giorni al comando dell’istituto, lavorerà a questa strategia, formulando un nuovo piano industriale l’istituto.

Potrebbe esserci qualcosa che non possiamo escludere. La considereremo con un approccio aperto e la valuteremo”, ha aggiunto Orlopp.

La CEO ha definito in ogni caso la presenza di uno schema comune europeo di garanzia sui depositi un “prerequisito importante” per il consolidamento delle banche in Europa, rimarcandone la natura di condizione sine qua non: “Spero che si arriverà a una Unione bancaria, ma non si può crearla partendo prima dal consolidamento delle banche. Dobbiamo completare l’Unione bancaria”.

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