L’aumento della concentrazione bancaria potrebbe ridurre la diversificazione del sistema finanziario in alcune regioni, aumentare il rischio sistemico e limitare l’accesso al credito per PMI.
UniCredit ha recentemente lanciato un’offerta pubblica di acquisto (OPA) interamente azionaria su Banco BPM, il terzo gruppo bancario italiano, del valore di 10,1 miliardi di euro. L’operazione prevede uno scambio di 0,175 azioni UniCredit per ogni azione Banco BPM e valuta quest’ultima a 6,657 euro per azione, con un premio dello 0,5% rispetto alle quotazioni di mercato.
L’iniziativa di UniCredit mira a rafforzare la sua posizione come banca paneuropea e consolidare la presenza sul mercato italiano, ma ha incontrato resistenze significative. Il governo italiano ha espresso perplessità e il consiglio di amministrazione di Banco BPM considera l’offerta ostile.
Il quadro regolamentare è influenzato dal fatto che UniCredit e Banco BPM, insieme a Intesa Sanpaolo, sono considerate dalla Banca d’Italia istituzioni a rilevanza sistemica nazionale (O-SII). Questo comporta l’obbligo di mantenere riserve di capitale aggiuntive per gestire i rischi legati alla loro dimensione e interconnessione. Una possibile fusione solleva preoccupazioni per una maggiore concentrazione del settore bancario italiano, con potenziali conseguenze come una riduzione della concorrenza e una maggiore dipendenza del sistema finanziario da pochi grandi istituti. [...]
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