Fondata nel 2014 durante il Governo Renzi per prevenire il dissesto idrogeologico, fu chiusa 4 anni dopo. Oggi Giorgia Meloni vorrebbe ripristinarla.
L’alluvione in Emilia Romagna ha riportato a galla il problema del dissesto idrogeologico. Un problema spesso affrontato come conseguenza di un disastro e mai come prevenzione. Ci aveva provato il governo Renzi nel 2014 quando creò Italia Sicura, un’unità di missione contro il dissesto idrogeologico. L’obiettivo era uniformare a livello nazionale i progetti per sbloccare fondi e cantieri decisi per sanare i problemi creati dal dissesto idrogeologico su tutto il territorio italiano. Italia Sicura funzionò bene sbloccando diverse cantieri. Poi, nel 2014, il governo Conte con un blitz notturno approvò un decreto che lo mandò definitivamente in soffitta.
Oggi, dopo il disastro che ha colpito l’Emilia Romagna, Giorgia Meloni vorrebbe rilanciare quella struttura. Vediamo come funzionava.
Cos’è l’unità di missione contro il dissesto idrogeologico e come funzionava
Il 27 maggio 2014 il Governo Renzi diede vita a Italia Sicura, la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche. Il coordinamento fu affidato a Erasmo D’Angelis con la collaborazione dell’architetto e oggi senatore a vita Renzo Piano. Alla struttura furono affidate misure straordinarie e il compito di coordinare tutte le strutture dello stato per trasformare in cantieri oltre 2,4 miliardi di euro non spesi dal 1998 per ridurre stati di emergenza territoriali. In pratica con Italia Sicura si scelse la via della prevenzione anziché quella della gestione delle emergenze.
Per presentare il progetto furono resi noti numeri abbastanza preoccupanti: al 2014 l’81,9% dei Comuni aveva aree in dissesto idrogeologico e lo Stato pagava dal 1945 3,5 miliardi di euro per danni e risarcimenti di frane e alluvioni. Le opere anti-emergenza erano 3.395. Di questi interventi solo il 3,2% era stato concluso, il 19% era in corso di esecuzione ma il 78% non era stato nemmeno avviato. Ed era su questo 78% di opere che la struttura puntava ad agire per sbloccare l’iter.
In circa 3 anni Italia Sicura ottenne ottimi risultati. Vennero investiti 2.260 milioni di euro in 1.781 opere e vennero sbloccate opere per oltre un miliardo di euro. Grazie ad un coordinamento centrale i presidenti di Regione entro 30 giorni potevano sbloccare tutte le autorizzazioni alle opere rimaste ferme per cavilli burocratici.
Il Governo Conte optò per lo smantellamento
Nel mese di luglio del 2018, pochi mesi dopo l’insediamento di Giuseppe Conte al Governo, con un blitz notturno l’esecutivo approvò il decreto che cancellò le due unità di missione ideate dal precedente esecutivo: la struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche e quella per la riqualificazione dell’edilizia scolastica.
Una scelta che fu duramente criticata da Matteo Renzi. Il leader di Italia Viva ancora oggi ha ribadito l’errore di quel Governo di chiudere una macchina che stava funzionando bene e stava portando importanti risultati. «Provo rabbia per chi ha chiuso l’Unità di missione sul dissesto idrogeologico. Ormai lo stanno riconoscendo tutti, dopo anni di silenzio: il lavoro che avevamo fatto insieme a Erasmo d’Angelis e Renzo Piano per impostare una strategia di prevenzione era un lavoro serio. Che è stato chiuso per motivi squallidi dal primo governo Conte» - le parole di Renzi.
Oggi il governo Meloni vorrebbe ripristinare tale unità confermando l’ottimo lavoro che fu fatto in quasi 3 anni. Ma se non fosse stata chiusa forse oggi l’Emilia Romagna non si troverebbe in questa situazione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti