UPS taglia 20.000 posti di lavoro (per colpa di Amazon)

Giorgia Paccione

30 Aprile 2025 - 14:23

La società americana annuncia il licenziamento di 20.000 dipendenti, conseguenza diretta della riduzione delle spedizioni per Amazon e dell’automazione.

UPS taglia 20.000 posti di lavoro (per colpa di Amazon)

UPS ha annunciato un piano di ristrutturazione che prevede il licenziamento di circa 20.000 dipendenti a livello globale, pari a circa il 4% della sua forza lavoro, che conta 490.000 persone nel mondo.

La misura è parte di una strategia di contenimento dei costi e riorganizzazione interna in risposta a un contesto macroeconomico complesso, un calo della domanda nei servizi di consegna e una pressione crescente da parte della concorrenza, soprattutto quella di Amazon.

Il piano prevede anche la chiusura di 73 centri operativi entro giugno 2025, con l’obiettivo di accelerare l’automazione in 400 strutture logistiche.

UPS punta così a risparmiare 3,5 miliardi di dollari nel 2025, riducendo sovrapposizioni operative e ottimizzando la rete di distribuzione.

I lavoratori coinvolti nei tagli riceveranno pacchetti di buonuscita e l’azienda ha assicurato che verranno rispettati gli accordi sindacali in vigore.

Sul piano finanziario, nonostante un utile operativo in crescita del 3,3%, UPS ha registrato nel primo trimestre 2025 ricavi per 21,5 miliardi di dollari, in calo dello 0,7% rispetto al 2024.

Cosa c’entra Amazon nel piano di licenziamenti UPS?

Uno dei principali motivi dietro questa decisione è l’evoluzione del rapporto tra UPS e Amazon: se un tempo Amazon rappresentava uno dei clienti principali per UPS, oggi, grazie agli investimenti massicci nella propria rete logistica interna, si è trasformato in un suo rivale diretto.

Nel primo trimestre 2025, UPS ha ridotto del 16% i volumi gestiti per Amazon, e prevede di dimezzare completamente le spedizioni entro il 2026. “Questo business è poco redditizio per la nostra rete”, ha dichiarato la CEO Carol Tomé.

Nel 2024, Amazon ha rappresentato l’11,8% dei ricavi totali di UPS, ma l’azienda ha deciso di puntare su segmenti a più alto valore aggiunto, come la logistica sanitaria, piuttosto che continuare a sostenere volumi elevati con margini ridotti.

Automazione, dazi USA-Cina e incertezze globali

Il taglio di 20.000 posti di lavoro da parte di UPS è solo l’ultimo segnale di trasformazione. Già all’inizio del 2024, UPS aveva licenziato 12.000 dipendenti per risparmiare un miliardo di dollari, puntando su tecnologie avanzate come l’intelligenza artificiale per migliorare l’efficienza e rispondere al calo della domanda globale.

UPS sta infatti accelerando anche l’introduzione di tecnologie per la selezione, etichettatura e movimentazione dei pacchi, con l’obiettivo di automatizzare (parzialmente o totalmente) circa 400 centri operativi. Questo processo permetterà di ridurre ulteriormente la necessità di personale, tagliando i costi e aumentando l’efficienza.

La mossa di UPS potrebbe quindi avere ripercussioni anche in Italia e in Europa, dove il gruppo è presente con migliaia di dipendenti e centinaia di centri logistici.

La situazione si complica ulteriormente con l’introduzione di nuove tariffe doganali da parte dell’amministrazione Trump, tra cui un’imposta del 145% sui prodotti importati dalla Cina: sebbene UPS abbia dichiarato di non sapere ancora quale sarà l’impatto reale, l’azienda prevede che molti clienti, soprattutto quelli legati al commercio con la Cina, potrebbero subire contraccolpi.

L’incertezza sulle tariffe si aggiunge dunque a quella già esistente per la riduzione dei volumi Amazon, rendendo difficile qualsiasi previsione affidabile per il resto dell’anno.

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