Usa colpisce 50 banche russe, sanzioni anche per Gazprombank

Violetta Silvestri

22 Novembre 2024 - 10:18

Nuove sanzioni Usa contro le banche russe fanno tremare l’Europa a caccia di gas. Il motivo sono le misure di ritorsione decise da Biden anche contro il colosso finanziario Gazprombank.

Usa colpisce 50 banche russe, sanzioni anche per Gazprombank

Sale la tensione tra Russa e Stati Uniti nel contesto della guerra in Ucraina: gli Usa hanno appena annunciato nuove pesanti sanzioni contro 50 banche russe, compresa Gazprombank.

La mossa rivela quanto il presidente Joe Biden stia intensificando le azioni per punire Mosca prima di lasciare l’incarico a gennaio. Le sanzioni sono arrivate pochi giorni dopo che la Casa Bianca ha permesso a Kiev di usare i missili ATACMS statunitensi per colpire il territorio russo.

Gli Stati Uniti hanno voluto aumentare la pressione sul sistema finanziario russo con questa decisione, imponendo sanzioni di blocco totale delle attività contro 118 entità e individui, tra cui appunto Gazprombank, la più grande banca non sanzionata in precedenza, e altre cinquanta banche.

Sebbene questa azione non prenda di mira direttamente l’industria del petrolio e del gas, essa avrà un impatto sui pagamenti e sulle transazioni relative alla vendita dei combustibili della Russia, che ancora confluiscono in Europa.

Usa contro Russia: cosa significano le sanzioni contro le banche di Mosca?

Il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, ha affermato che gli Stati Uniti “restano impegnati a mettere l’Ucraina nella posizione più forte possibile e continueremo a prendere tutte le misure disponibili per farlo, dall’aumento dell’assistenza alla sicurezza all’imposizione e all’applicazione completa di sanzioni e altre restrizioni alla macchina da guerra russa.”

Con queste parole gli Usa hanno annunciato le loro nuove misure contro le banche russe.

Gazprombank è un istituto finanziario cruciale per Mosca ed è parzialmente di proprietà della compagnia del gas Gazprom, statale. Dall’invasione del febbraio 2022, l’Ucraina ha sollecitato gli Stati Uniti a imporre ulteriori sanzioni alla banca, che riceve i pagamenti per il gas naturale dai clienti di Gazprom in Europa e quindi, attraverso questi fondi, finanzia la guerra.

La mossa, che sfrutta lo strumento sanzionatorio più potente del dipartimento, significa che Gazprombank non potrà gestire nessuna nuova transazione legata all’energia che coinvolga il sistema finanziario statunitense. Saranno vietati gli scambi commerciali con gli americani e congelati i beni statunitensi.

Il Tesoro ha inoltre imposto sanzioni a 50 banche russe di piccole e medie dimensioni per limitare i collegamenti del Paese con il sistema finanziario internazionale e impedirgli di abusarne per pagare la tecnologia e le attrezzature necessarie per la guerra. Le istituzioni finanziarie straniere che mantengono relazioni di corrispondenza con le banche prese di mira rischiano anch’esse ritorsioni da parte degli Usa.

Secondo l’opinione dell’esperto Kimberly Donovan, rilasciata per un’analisi di Atlantic Council, ciò significa che qualsiasi istituto finanziario straniero che faccia affari con Gazprombank potrebbe trovarsi sanzionato dal Governo degli Stati Uniti.

“L’azione odierna probabilmente provocherà onde d’urto nel settore finanziario e nell’industria petrolifera e del gas, poiché gli istituti finanziari e gli importatori ed esportatori di petrolio esamineranno e considereranno il nuovo panorama delle sanzioni e quanto rischio sono disposti ad assumersi per continuare ad acquistare petrolio a basso costo dalla Russia”, ha allertato.

Anche l’analista Daniel Fritto su Atlantic Council ha messo in guardia su potenziali effetti di tali sanzioni, “che potrebbero complicare le vendite di petrolio russo, costringendo eventualmente i russi a ricorrere a valute più deboli (non dollaro, euro o sterlina) o addirittura ad accordi di baratto. Ma è improbabile che da sole costituiscano un colpo paralizzante contro l’economia russa.”

Sanzioni Usa contro la russa Gazprombank e mercato del gas: cosa può succedere?

Gli Stati Uniti avevano finora sospeso le sanzioni a Gazprombank per consentire ai Paesi in Europa di pagare il gas russo. Ma la necessità di tale garanzia è diminuita man mano che le nazioni europee hanno diversificato le forniture, con il gas naturale liquefatto dagli Stati Uniti oggi fonte preziosa.

Con Trump che presto entrerà in carica, la mossa potrebbe essere vista proprio come un’ulteriore spinta per il Gnl statunitense ad aumentare la sua quota di mercato in Europa.

Gli Stati Uniti sono già il più grande fornitore europeo di gas naturale liquefatto, ma le importazioni dalla Russia restano cruciali per diversi Paesi UE.

Nel 2022 Gazprom ha cambiato il modo in cui accettava i pagamenti dagli acquirenti europei, chiedendo rubli tramite Gazprombank. Polonia e Bulgaria sono state tagliate fuori nel 2022 per essersi rifiutate di ottemperare, ma Slovacchia e Ungheria ottengono ancora gas russo.

Il Ministero degli Esteri ungherese ha affermato che gli avvocati stanno indagando sull’impatto delle sanzioni statunitensi e, se necessario, la nazione procederà con un colloquio con la società russa che fornisce il gas.

Le sanzioni Usa contro la banca Gazprombank complicano, quindi, lo scenario energetico europeo.

In modo indiretto, infatti, queste misure aumentano il rischio di un’interruzione di alcuni dei flussi di gas naturale russo rimanenti verso una manciata di nazioni dell’Europa centrale. Sebbene l’Europa abbia ridotto la sua dipendenza dalla Russia, perdere una delle ultime rotte rimanenti per il gasdotto aumenterebbe la concorrenza per le forniture rimanenti e spingerebbe i prezzi in tutto il continente.

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