Usa, il mercato del lavoro non è crisi secondo questi dati

Violetta Silvestri

2 Ottobre 2024 - 15:39

Nuovi e attesi dati Usa sulle buste paga del settore non agricolo hanno confermato che la crisi del lavoro non c’è. Ma cosa significa il risultato per la Fed?

Usa, il mercato del lavoro non è crisi secondo questi dati

Negli Stati Uniti a settembre le buste paga del settore privato sono aumentate più del previsto, a ulteriore dimostrazione del fatto che le condizioni del mercato del lavoro non si stanno deteriorando.

Per la prima volta in sei mesi, le assunzioni hanno ripreso ritmo, segno di una ripresa dell’economia statunitense.

Il settore privato ha aggiunto 143.000 posti di lavoro a settembre, in aumento rispetto ai 103.000 di agosto, rivisti al rialzo, secondo il rapporto ADP National Employment pubblicato mercoledì. Ciò pone fine a cinque mesi consecutivi di rallentamento del mercato del lavoro e supera le previsioni degli economisti per un aumento di 128.000 nuovi posti.

Usa, mercato del lavoro in ripresa. Cosa significa per la Fed?

Il settore manifatturiero Usa, che ha mostrato delle difficoltà, ha aggiunto nuovi posti di lavoro per la prima volta da aprile, il che suggerisce che le fabbriche americane stanno iniziando a vedere i primi segnali di ripresa.

I fornitori di servizi hanno registrato un aumento maggiore, a più di 100.000 unità. Tutte le regioni del Paese tranne una hanno registrato assunzioni più consistenti a settembre, secondo il rapporto.

La ripresa del mercato del lavoro è avvenuta in un mese in cui la Federal Reserve ha tagliato i tassi di mezzo punto percentuale, segnando la prima volta in anni che i decisori politici si sono mossi per abbassare i costi di prestito e allentare le restrizioni all’economia statunitense.

L’importante per la Fed, che sta tenendo d’occhio i segnali di una ripresa dell’inflazione, è che le assunzioni più forti non siano state accompagnate da un’impennata nella crescita delle retribuzioni.

Il rapporto ADP ha indicato che la crescita salariale anno su anno per chi resta al lavoro è scesa al 4,7%, mentre chi cambia lavoro ha visto un calo più netto, con gli aumenti salariali in calo dal 7,3% di agosto al 6,6% di settembre. Ciò suggerisce che mentre i datori di lavoro stanno aggiungendo assunzioni, non stanno aumentando i salari in modo così netto, probabilmente riflettendo un approccio cauto in condizioni economiche incerte.

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