In Italia sono in aumento i casi di bronchiolite tra i bambini: quando devono fare il vaccino i neonati nel 2024 e il costo per le famiglie.
Vaccino bronchiolite neonati 2024: con l’arrivo della stagione epidemica stagionale in Italia molto si sta discutendo di questa malattia che colpisce un bambino su due nel primo anno di vita, con la polemica che è soprattutto politica e ha coinvolto direttamente il ministero della Salute e il suo ministro Orazio Schillaci.
La bronchiolite è un’infiammazione dei bronchioli causata, nel 70% dei casi, dal virus respiratorio sinciziale. Solitamente colpisce i bambini con meno di due anni, con una maggiore incidenza tra quelli con un’età compresa tra i tre e i sei mesi.
Come sottolineato dal presidente della Società italiana di neonatologia, Luigi Orfeo, in Italia l’allerta è alta per l’arrivo della stagione invernale, visto che lo scorso anno nel nostro Paese “si sono registrati circa 15mila ricoveri per bronchiolite, di cui 3mila in terapia intensiva, e ci sono stati 16 decessi”.
Con la bronchiolite infatti non si scherza, visto che questo virus si stima che ogni anno nel mondo sia responsabile della morte di circa 100mila bambini con meno di 5 anni. Adesso però anche in Italia sarebbe disponibile un vaccino che lo scorso anno è stato utilizzato solo in Valle d’Aosta a mo’ di progetto pilota.
Proprio il vaccino è stato negli ultimi giorni al centro di un aspro dibattito politico, visto che inizialmente il ministero ha pensato di renderlo gratuito solo in alcune Regioni, escludendo di fatto quasi tutte quelle del Sud, salvo poi tornare sui suoi passi.
Vaccino bronchiolite neonati 2024: quando farlo
La bronchiolite è una malattia molto comune tra i bambini. La sua stagione epidemica è quella invernale e tra i neonati con meno di un anno di vita è la prima causa dei ricoveri in ospedale: come detto in Italia lo scorso anno sono state necessarie ben 15mila ospedalizzazioni.
La fascia più a rischio è quella dei bambini con un’età compresa tra 1 e 9 mesi, con i sintomi più diffusi della forma più grave che sono apnea, letargia e naturalmente tosse e respiro sibilante.
Contro la bronchiolite però adesso c’è un’arma in più: il vaccino. Nello specifico si tratta dell’anticorpo monoclonale Nirsevimab-Beyfortus, già nel 2023 utilizzato con successo in Paesi come Spagna e Germania per la cura delle infezioni di virus respiratorio sinciziale.
“Questo nuovo anticorpo monoclonale - ha spiegato la Società italiana di neonatologia - ha una lunga emivita ed è in grado con una sola somministrazione di proteggere il bambino per almeno 5 mesi riducendo del 77% le infezioni respiratorie da VRS che richiedono ospedalizzazione e dell’86% il rischio di ricovero in terapia intensiva”.
In Italia il vaccino in questa stagione epidemica sarà a disposizione di tutti, offrendo così protezione ai neonati nati nel 2024 fin dall’imminente stagione invernale. Ma per chi è consigliato farlo?
Sempre secondo Luigi Orfeo il vaccino è indirizzato “a tutti i nuovi nati durante il periodo epidemico e andrebbero vaccinati anche i bambini che hanno meno di 6 mesi all’inizio della stagione epidemica da Vrs”.
Il costo del vaccino contro la bronchiolite
Il Nirsevimab dal 2023 è stato classificato tra i farmaci di classe C e vendibile al pubblico su prescrizione di centri ospedalieri o di specialisti. Il predetto anticorpo monoclonale inoltre finora non è stato incluso nel vigente Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale.
Adesso però il vaccino contro la bronchiolite dovrebbe passare in fascia A, dunque a carico del Ssn, come annunciato dal ministero della Salute. Inizialmente però sono state escluse tutte quelle Regioni ora alle prese con un piano di rientro - Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Calabria, Puglia, Sicilia -, in sostanza quasi tutto il Sud.
Una scelta da parte del ministro Orazio Schillaci che ha suscitato le ire dell’opposizione, con il ministero che poi è tornato subito sui suoi passi annunciando che il vaccino sarà gratuito in tutta Italia.
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