Maggiore il contagio, maggiore il prezzo dei dispositivi di protezione e monitoraggio. Il governo è chiamato a intervenire per regolamentare i costi.
Il periodo festivo e l’avanzata di Omicron sono i fattori scatenanti, l’aumento esponenziale dei prezzi di mascherine e tamponi il risultato.
Sul tema dei costi delle FFP2 in particolare spicca la richiesta del Codacons, connessa al paradosso legislativo che in questi ultimi giorni colpisce duramente soprattutto le famiglie meno abbienti. A tali valutazioni sulla vendita si affiancano poi le disavventure di chi cerca di fare un tampone, rapido o molecolare che sia, e si trova davanti, ancora una volta, a cifre fuori dalla norma.
É così che in queste ore la polemica sui costi che le famiglie italiane devono sostenere per proteggersi dal virus è esplosa.
Il governo è adesso chiamato a rispondere con una mossa decisiva, che metta fine al caos che ormai dilaga in materia.
Perché proprio ora?
Omicron è ancora parzialmente sconosciuta nei sui reali effetti, ma la minaccia dell’alto tasso di infettività di questa variante ha portato la popolazione italiana a correre ai ripari. Il governo emana a tal proposito anche un decreto che impone l’obbligo di indossare una FFP2 in numerosi luoghi, riducendo così la possibilità di impiegare le classiche e più economiche mascherine monouso meno filtranti.
Il caso poi ha voluto che queste fenomeno si presentasse, e intensificasse, proprio in concomitanza con le festività natalizie, momento in cui riunirsi e intrattenere più contatti diretti del solito è pressoché inevitabile.
Dall’inizio delle feste quindi, per non generare il panico in famiglia e disseminare il virus anche nella propria cerchia di amici, oltre un milione di italiani ogni giorno si reca presso una farmacia o si mette in fila al drive in più vicino (partendo anche all’alba pur di ottenere il proprio test) per ottenere l’esito di un tampone rapido o di un tampone molecolare.
Questa combo di eventi ha prodotto un mix letale per i prezzi di entrambi gli strumenti connessi alla lotta al coronavirus.
Questione tamponi: l’odissea dei prezzi senza via d’uscita
Il sovraccarico del settore sanitario adibito a queste pratiche ha creato ingorghi ma anche e soprattutto una crescita vertiginosa dei costi delle prestazioni.
La questione più urgente è rappresentata dai molecolari dove a destare forte preoccupazione è la differenziazione dei prezzi sul suolo nazionale.
Non solo questo tipo di test è più affidabile e quindi maggiormente richiesto, è anche più laborioso e costoso con picchi estremi come quelli riportati dal Corriere della Sera in regione Lombardia. Un esempio concreto:
- 70 euro richiesti all’Humanitas, provincia di Milano
- 80 euro al Policlinico San Donato
- 92 euro nelle sedi del gruppo Habilita
- 120 euro al Policlinico San Marco di Bergamo.
Valori tra i 50 e i 60 euro invece per Napoli e Roma.
Ci sono però anche i tamponi fai da te al prezzo generico di 7 euro che, tuttavia, risultano spesso introvabili e hanno la pecca di produrre tanti falsi negativi.
Per i test rapidi invece era già avvenuto un calmieramento dei prezzi (15 euro per i maggiorenni e 8 per i più giovani) ma anche quindi c’è un ma; molte farmacie ed enti privati non hanno aderito al protocollo e i valori schizzano anche verso i 30 euro.
Senza un intervento statale la situazione potrebbe degenerare ulteriormente.
FFP2 obbligatorie per legge ma a costi proibitivi: il Codacons non ci sta
Ad indignarsi sono stati in tanti, a farsi sentire soprattutto l’ormai noto Coordinamento delle associazioni per la difesa dell’ambiente e dei diritti degli utenti e dei consumatori (Codacons) che critica fortemente il governo per il prezzo calmierato a 1 euro per le mascherine FFP2 ritenendolo ancora troppo elevato.
La decisione, presa in seno alla pubblicazione del decreto che per legge richiede questo tipo di dispositivi di protezione individuale, non sembra tenere infatti conto della portata della spesa complessiva per i nuclei familiari: The Submarine parla di un esborso mensile di circa 140 euro per una famiglia di 4 persone.
A contestualizzare il dato arriva poi un’analisi critica del presidente dell’associazione Carlo Rienzi:
«Prima delle misure del Governo era possibile reperire le mascherine a un prezzo di 0,80 centesimi. Oggi le stesse FFP2 hanno subito rincari astronomici e vengono vendute nei negozi fino a 2,60 euro l’una, con aumenti speculativi del +225%».
In nome di queste considerazioni il Codacons dichiara il suo impegno nella presentazione di un esposto a 104 procure di tutto il territorio chiedendo di aprire indagini per aggiotaggio e manovre speculative sulle merci.
L’esito di questa manovra potrebbe essere rilevante anche perché ormai tutti i cittadini attendono una risposta da parte delle istituzioni.
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