Quanto costa vivere a Milano?

Giorgia Bonamoneta

23/03/2023

Spese quotidiane alle stelle, affitti impossibili e salari al palo: vivere a Milano è insostenibile per molti lavoratori e lavoratrici. Ecco quanto costa vivere a Milano.

Quanto costa vivere a Milano?

A Milano è sempre più comune vedere appeso il cartello “Affitto” su porte e finestre degli edifici e non perché sono aumentati gli appartamenti, ma perché vivere è diventato ancora più costoso. C’è chi parla di bolla degli affitti, con prezzi abitativi non competitivi, ma speculativi; e chi invece punta il dito contro precarietà del lavoro e stipendi troppo bassi.

Milano è tra le città più costose d’Europa, con un rapporto sbilanciato tra guadagni e spese per la vita quotidiana. Non sono solo le case ad avere prezzi alti, tra affitti e acquisti, ma anche la spesa alimentare, i trasporti e la salute costano di più. L’Unione consumatori ha calcolato che per una famiglia di 2,3 persone servono circa 3.314 euro al mese per vivere a Milano. Una cifra alta, lontana dal resto del contesto italiano e dagli stipendi della classe media.

Per gli studenti, i single o i lavoratori precari la situazione è ancora più complessa e spesso la decisione più conveniente e vivibile è quella di allontanarsi da Milano, cioè dal lavoro e dal luogo di studio, per trovare casa nella periferia, dove anche il costo della vita è 2-3 volte più basso.

Vivere a Milano è (im)possibile? Rapporto stipendio/spese

A Milano il rapporto tra stipendio e spese non è bilanciato. L’Unione dei consumatori ha infatti calcolato che una famiglia media ha bisogno di circa 3.300 euro al mese per vivere. Al primo posto, senza sorprese, c’è il costo dell’abitazione. Il prezzo per una casa a Milano è salito, senza sosta, dal periodo pandemico. Oggi si parla di “bolla degli affitti”, cioè della speculazione dei proprietari degli immobili che alzano il prezzo all’aumentare della domanda. Il problema è dato dalle condizioni abitative che non rispecchiano il rapporto qualità/prezzo, ma un cieco rialzo.

Secondo il calcolo dell’Unione dei consumatori, dopo la casa con una spesa media di 1.325 euro mensili (compreso di acqua, elettricità, gas e altri consumi), troviamo: spesa alimentare, trasporti, servizi ricettivi, ricreazione e altri extra.

La spesa media di una famiglia a Milano si compone così:

CategoriaSpesa mensileSpesa annua
Prodotti alimentari 441 euro 5.286 euro
Abbigliamento 121 euro 1.450 euro
Abitazione e spese 1.325 euro 15.906 euro
Articoli per la casa 149 euro 1.791 euro
Spese salute 151 euro 1.815 euro
Trasporti 345 euro 4.337 euro
Telefono e internet 70 euro 839 euro
Attività ricreative 176 euro 2.183 euro
Istruzione 25 euro 294 euro
Ristorazione 203 euro 2.438 euro
Altri beni 252 euro 3.024 euro

Per un totale di spesa media mensile di 3.314 euro, pari a 39.773 euro annuali.

Vivere a Milano: case introvabili e prezzi alle stelle

La voce più alta nel quadro delle spese sopra descritto è quella dedicata alla casa. L’andamento del mercato immobiliare a Milano è segnato da un aumento di domanda (+73%) e un calo degli immobili in locazione (-44,4%). Una situazione insostenibile, ma soprattutto non accessibile per tutti perché permette il rilancio al rialzo dei prezzi.

È facile trovare annunci di abitazioni in affitto di circa 30 metri quadrati a costi vertiginosi, tra gli 800 e i 1.000 euro. Anche per gli studenti in affitti transitori il costo è aumentato tanto da spingerli alla fuga fuori dalla città, verso le periferie più accessibili da un punto di vista economico, meno da quello dei trasporti.

Vivere a Milano: lo specchio dell’inflazione

Ci sono città dove vivere costa di più e Milano è una di queste. In città come il capoluogo lombardo sono in corso due dinamiche: l’inflazione che erode il potere d’acquisto e i salari bassi.

Si cercano soluzioni per sgonfiare la bolla milanese, ma sono tutte soluzioni lontane dall’aumento degli stipendi o da taglio del cuneo fiscale. C’è chi infatti propone le “microcellule”, cioè case sempre più piccole con solo la camera da letto e spazi condivisi per bagno e cucina. La direzione è quella di Tokyo e New York, due condizioni che funzionano bene su carta (in stato di emergenza), meno dal punto di vista del benessere psicologico.

Intervenire sul tema “casa” è fondamentale, ma non va trascurato neanche quello degli stipendi bassi e non adeguati al costo della vita.

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