Governo, Senato approva mozione di fiducia: il Conte bis può iniziare

Mario D’Angelo

10 Settembre 2019 - 19:07

Dopo un dibattito ancora più acceso che alla Camera, il governo Conte ha ottenuto la fiducia anche al Senato

Governo, Senato approva mozione di fiducia: il Conte bis può iniziare

Il Senato approva il Conte bis. Dopo un dibattito al calor bianco, il governo Conte ha ottenuto la fiducia a Palazzo Madama con 169 voti a favore, 133 contrari e 5 astenuti. Si conclude così l’ultimo passaggio necessario all’avvio del nuovo esecutivo frutto di un accordo politico fra Movimento 5 Stelle e Partito Democratico.

Scontro a Palazzo Madama fra Conte e Salvini

Particolarmente acceso è stato lo scambio di battute fra il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il suo ex ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Siete passati dalla rivoluzione al voto di Casini, Monti e Renzi. Con tutto il rispetto”, aveva esordito il leader del Carroccio.

Dura la risposta di Conte: “Assegnare ad altri le proprie colpe è il percorso più lineare per essere deresponsabilizzati a vita, un modo certo, non il migliore, per salvare la propria leadership”.

Governo, fiducia passa anche al Senato

Partito Democratico e Movimento 5 Stelle assieme potevano contare sui voti di 155 senatrici e senatori, più una decina da parte del gruppo misto - quattro di LeU, quattro ex-grillini, due di Maie, il socialista Riccardo Nencini - e ancora tre del gruppo Autonomie e altri tre dei senatori a vita Liliana Segre, Elena Cattaneo e Mario Monti. La stima era quindi di 172 voti.

Il voto di fiducia al Senato non era così semplice come alla Camera. A Montecitorio il vantaggio è stato larghissimo, con 343 sì contro 263 no e 3 astenuti. Il dibattito è stato aspro, ma la vittoria praticamente scontata. La fiducia a Palazzo Madama era leggermente più complicata, perché la maggioranza era leggermente più risicata e inoltre c’è stato più di un mal di pancia all’interno di PD e Movimento.

Il dissenso c’è stata dall’una e dall’altra parte. Già nei giorni prima del voto, aveva fatto molto scalpore la dichiarazione della neoministra per le Infrastrutture Paola De Micheli, per la quale la concessione ad Autostrade era da rivedere e non da revocare.

Il senatore M5S Mario Giarrusso e altri senatori erano entrati in subbuglio, spingendosi a minacciare che, se il PD non avesse rivisto la propria posizione, la fiducia non era assicurata. Ad appianare le differenze ci aveva pensato il capogruppo dem alla Camera, che aveva palesato l’intento del governo di una revisione generale delle concessioni, non solo autostradali.

In Aula, Gianluigi Paragone ha concretizzato il proprio dissenso, dicendo che “dalle parole guerriere si è passati alle parole miti” e ha accusato i nuovi ministri di essere “già corrotti da Bruxelles”. Anche il dem Matteo Richetti, un tempo fido renziano, ha deciso di astenersi.

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