Luca Zaia ha lanciato un vero e proprio ultimatum al Governo. Il governatore guida il fronte delle Regioni contro l’esecutivo sulle riaperture: la tensione è in crescita nella gestione della ripartenza dei territori
Luca Zaia è ormai il portavoce e la guida del fronte delle Regioni che chiedono riaperture ad ampio raggio e subito.
La Fase 2, con le limitazioni imposte dal Governo, non piace a molti governatori, che stanno pressando l’esecutivo per far ripartire con maggiore slancio economica e società dei territori.
Nella giornata di domenica 10 maggio, Zaia ha lanciato l’ennesima sfida al Governo, che è apparsa come un vero e proprio ultimatum. Il 18 maggio sia la data limite per ripartire.
Il governatore del Veneto è stato chiaro: il rischio è decidere in modo autonomo. Ecco cosa ha detto.
Zaia guida il fronte contro il Governo: le richieste
Il governatore Luca Zaia ha - da sempre - le idee molto chiare su come riavviare l’Italia, e in particolare la sua regione, verso la rinascita post-coronavirus. Il suo imperativo è lo stesso di altri presidenti regionali, arrabbiati e preoccupati per la troppa gradualità della Fase 2: riaprire tutto e subito.
La tabella di marcia dell’allentamento totale del lockdown deve avere una sola data di riferimento: il 18 maggio.
Zaia è solo uno dei firmatari di una lettera arrivata al Presidente della Conferenza delle Regioni, per fare pressioni sul Governo. Si chiede, nello stile di un vero e proprio ultimatum:
“assoluta certezza che le linee Inail per le riaperture siano disponibili entro mercoledì e che dal 18 maggio ogni territorio possa consentire la ripartenza. Una prospettiva che, qualora fosse disattesa, porterà ad agire autonomamente.”
Riaprire tutto tra una settimana, quindi, o ogni Regione andrà per la sua strada senza attendere le linee guida dell’esecutivo. C’è in atto un conflitto molto acceso che potrebbe trovare una soluzione già l’11 maggio.
Stefano Bonaccini, infatti, ha annunciato che domani, lunedì, Governo e Conferenza delle Regioni discuteranno proprio delle esigenze di riapertura per il 18 maggio.
Il fronte più determinato a riavviare le attività economiche e sociali del territorio è composto da Abruzzo, Calabria,Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Molise, Piemonte, Sardegna, Umbria, Veneto e Provincia autonoma di Trento.
Le Regioni chiedono a gran voce, come sintetizzato da Zaia, che:
“fatte salve le indicazioni della comunità scientifica, il punto di caduta sia il 18 maggio per le aperture. Parlo dei servizi alla persona, delle attività commerciali che ancora sono chiuse, di centri sportivi e palestre”.
La data indicata da Conte del 1° giugno è bocciata in pieno, poiché significa aspettare ancora “un’era”.
Molto probabilmente, quindi, il Governo acconsentirà a una accelerazione delle riaperture di alcuni settori. Con la certezza, ovviamente, dell’esistenza di protocolli di sicurezza sanitaria.
La questione dei rapporti Governo-Regioni in questa gestione dell’epidemia vedrà nuove importanti tappe.
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