Il grande gestore patrimoniale cinese Zhonghzi è in crisi e ha ammesso di trovarsi in una situazione di insolvenza. Cosa sta succedendo al colosso e quali possibili conseguenze?
Il gruppo bancario cinese Zhongzhi Enterprise Group, uno dei principali gestori patrimoniali del Paese, ha dichiarato agli investitori di essere insolvente.
La notizia ha riacceso le preoccupazioni sugli effetti della crisi immobiliare della nazione, visto che il colosso ha una notevole esposizione in questo settore. Il peggioramento della situazione a Zhongzhi ha messo in luce anche i problemi di liquidità nel mercato cinese dei cosiddetti finanziamenti ombra (ottenuti da istituzioni finanziarie che operano al di fuori del sistema bancario tradizionale e controllato) che valgono quasi 3.000 miliardi di dollari.
La grande società finanziaria cinese ha scritto in una lettera che il suo patrimonio totale ammontava a soli 200 miliardi di Rmb (28 miliardi di dollari) a fronte di passività totali comprese tra circa 420 miliardi di yuan (58 miliardi di dollari) e 460 miliardi di yuan (64 miliardi di dollari).
La crisi del colosso Zhongzhi è un ulteriore tassello della complessa crisi economica del dragone, osservata da vicino dagli investitori e dagli analisti per le conseguenze che può innescare sui mercati globali.
Cosa succede a Zhonghzi, colosso finanziario cinese a rischio default
I primi segnali allarmanti per i conti del colosso Zhongzhi sono emersi in estate, quando Zhongrong International Trust Co, una delle principali società fiduciarie controllate dal gigante finanziario, ha mancato i pagamenti su diversi prodotti di investimento.
La società, le cui operazioni spaziano dall’estrazione mineraria alla gestione patrimoniale, ha affermato nella lettera diffusa ieri che le attività del gruppo erano soprattutto concentrate in debiti a lungo termine e investimenti azionari e quindi poterle liquidare o contabilizzarne i rendimenti era piuttosto complesso. La due diligence preliminare ha quindi evidenziato che non ci sono risorse sufficienti per coprire il debito a nel breve periodo.
Il colosso ha affermato che la morte del suo fondatore Xie Zhikun nel 2021 e la successiva partenza dei dirigenti senior hanno portato al fallimento della gestione interna. I precedenti tentativi di “auto-salvataggio” non sono stati all’altezza delle aspettative, si legge nel documento della società.
Zhongzhi rientra nella categoria delle banche ombra, aziende poco regolamentate che raccolgono i risparmi delle famiglie per offrire prestiti e investire in beni immobili, azioni, obbligazioni e materie prime. Negli ultimi anni, anche se i trust rivali hanno ridotto i rischi, Zhongzhi e le sue affiliate, in particolare Zhongrong International Trust Co., hanno esteso i finanziamenti agli sviluppatori in difficoltà e hanno acquistato beni da società tra le quali China Evergrande Group.
I finanziamenti ombra in Cina confluiscono spesso nei gruppi immobiliari. I mancati pagamenti di Zhongzhi hanno quindi suscitato preoccupazioni per potenziali effetti di ricaduta causati dal rallentamento del settore immobiliare cinese, che sta trascinando al ribasso la crescita della seconda economia mondiale.
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