Le tasse sul trading sono tutte quelle imposte che colpiscono il trading online ovvero le transazioni finanziarie di vendita e acquisto di strumenti finanziari tramite piattaforme o programmi online.
Cosa sono le tasse sul trading?
Le tasse sul trading vengono spesso definite dalla stampa specializzata come tasse sulle rendite finanziarie, anche se di fatto non si tratta di vere e proprie rendite (o, almeno, non lo è in molti di questi casi).
Le tasse sul trading, infatti, colpiscono il maggior valore che si viene a creare tra il capitale finanziario investito inizialmente rispetto al capitale finale ottenuto alla conclusione dell’operazione.
Tale maggior valore prende il nome di capital gain, guadagno in conto capitale o plusvalenza finanziaria.
Il capital gain rappresenta la base imponibile su cui calcolare le tasse sul trading.
Come si pagano le tasse sul trading?
Come si pagano quindi le tasse sul trading? Le tasse sul trading si possono pagare attraverso due diversi regimi fiscali:
- il regime amministrato;
- il regime dichiarativo.
Il regime amministrato è un regime di tassazione sostitutiva, nel senso che le tasse sul trading (da pagare sul capital gain ottenuto) vengono dichiarate e versate direttamente dall’intermediario finanziario/broker attraverso il meccanismo della ritenuta alla fonte a titolo di imposta definitiva.
Il regime dichiarativo, invece, prevede che il contribuente/trader calcoli, dichiari e paghi autonomamente le imposte attraverso la dichiarazione dei redditi UNICO PF.
Nella dichiarazione dei redditi, le plusvalenze su cui pagare le tasse sul trading devono essere dichiarate nel quadro RT rigo 41, alla voce “altri redditi diversi di natura finanziaria”.
Per un approfondimento sui fattori da considerare nella scelta tra i due regimi fiscali da utilizzare per il pagamento delle tasse sul trading i lettori possono fare riferimento alla seguente guida:
Tasse sul trading e capital gain: regime amministrato o regime dichiarativo? Ecco la guida completa