Analizziamo tre prodotti che replicano l’S&P500 che presentano un indice di spesa complessivo tra i più competitivi sul mercato. Recensione completa.
Il panorama degli ETF in Europa ha subìto un’evoluzione significativa, caratterizzata da una gara al ribasso sulle commissioni che ha ridefinito le aspettative degli investitori in termini di costi e accessibilità. Questo trend è stato innescato da un mix di fattori macroeconomici e strategici, tra cui politiche monetarie accomodanti e un’intensa concorrenza tra emittenti che hanno spinto verso una continua riduzione delle spese complessive. In particolare, la riduzione dei tassi di interesse ha fornito un ulteriore stimolo alla riduzione dei costi, migliorando l’attrattività degli ETF come strumento di investimento sia per gli investitori retail che istituzionali.
Tra gli emittenti, State Street Global Advisors ha assunto un ruolo importante nella riduzione delle commissioni sul proprio ETF S&P 500, stabilendo nuovi standard di costo-efficienza. Allo stesso modo, altri gestori come UBS Asset Management e DWS hanno seguito questa direzione, ampliando l’offerta di ETF a basso costo su diverse classi di attività, inclusi i preziosi come l’oro. Questo dinamismo ha portato a una maggiore accessibilità e a una democratizzazione degli investimenti in indici di riferimento, permettendo agli investitori di beneficiare di strategie diversificate a costi precedentemente inimmaginabili.
La ricerca degli ETF con il TER più basso, specialmente quelli che tracciano l’S&P 500, uno degli indici azionari più emblematici e seguiti a livello globale, riflette una strategia mirata a massimizzare l’efficienza degli investimenti minimizzando i costi operativi. In questo articolo andremo ad analizzare 3 etf, che prendono posizione sull’S&P500 e che presentano i costi (TER) e le spese più basse sul mercato. [...]
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