Dimon, il Ceo di JP Morgan, ha lanciato un triplice allarme: 3 grandi rischi incombono sull’immediato futuro dell’economia globale.
Jamie Dimon, CEO di JPMorgan Chase, ha avvertito che molteplici sfide, principalmente l’inflazione, la politica Fed, la guerra, minacciano un contesto economico altrimenti positivo.
“Molti indicatori economici continuano a essere favorevoli”, ha detto il capo della più grande banca americana per patrimonio annunciando i risultati degli utili del primo trimestre. “Tuttavia, guardando al futuro, rimaniamo attenti a una serie di significative forze incerte”.
Un panorama globale “inquietante”, che comprende “guerre e violenze terribili”, è uno di questi fattori che introduce incertezza sia negli affari di JPMorgan che nell’economia in generale, ha affermato Dimon.
Le 3 minacce all’economia globale secondo Dimon
Inflazione, guerra, politica monetaria Fed sono le 3 questioni che pongono sostanziali incognite per il futuro secondo il Ceo di JP Morgan.
Dion ha notato innanzitutto “pressioni inflazionistiche persistenti, che probabilmente continueranno”. Ha anche sottolineato gli sforzi della Federal Reserve per ridurre gli asset che detiene nel suo bilancio di 7,5 trilioni di dollari.
“Non abbiamo mai veramente sperimentato il pieno effetto di una stretta quantitativa su questa scala”, ha sottolineato. La banca centrale sta consentendo che fino a 95 miliardi di dollari di proventi derivanti dalle obbligazioni in scadenza vengano annullati ogni mese anziché reinvestirli, con il risultato di una contrazione di 1,5 trilioni di dollari nelle partecipazioni da giugno 2022. Il programma fa parte degli sforzi della Fed per inasprire le condizioni finanziarie nella speranza di alleviare le pressioni inflazionistiche.
Anche se si prevede che la Fed rallenterà il ritmo della stretta quantitativa nei prossimi mesi, il bilancio continuerà a contrarsi.
I commenti di Dimon arrivano in un contesto di rinnovate preoccupazioni sull’inflazione. Sebbene il ritmo degli aumenti dei prezzi sia ben lontano dal picco di giugno 2022, i dati finora relativi al 2024 hanno mostrato un’inflazione costantemente superiore alle aspettative e ben al di sopra dell’obiettivo annuale del 2% della Fed.
Di conseguenza, i mercati hanno dovuto modificare drasticamente le loro aspettative di riduzione dei tassi di interesse. Mentre all’inizio dell’anno i mercati si aspettavano fino a sette tagli, ovvero 1,75 punti percentuali, ora ci si aspetta solo uno o due tagli, per un totale massimo di mezzo punto percentuale.
Infine, c’è il contesto delle due guerre che rende tutto più incerto. In Ucraina e in Medio Oriente i conflitti proseguono, minacciando soprattutto la sicurezza energetica.
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