I 5 prodotti in plastica vietati in Italia dall’Unione Europea

Alessandro Nuzzo

24 Giugno 2024 - 23:41

Raggiunto un accordo provvisorio in Europa sulla gestione dei rifiuti da imballaggio. Ecco quelli che saranno vietati in Italia.

I 5 prodotti in plastica vietati in Italia dall’Unione Europea

Lo scorso dicembre l’Italia era stata l’unica nazione dei 27 membri dell’Unione Europea a votare contro il regolamento sugli imballaggi nonostante nel testo votato a novembre in Parlamento erano state numerose le richieste di filiere italiane. Nonostante il no italiano, il Parlamento europeo e il Consiglio Ue hanno raggiunto un accordo provvisorio che disciplina il packaging e i rifiuti da imballaggio.

L’obiettivo è ridurre i rifiuti causati dagli imballaggi, sopratutto quelli in plastica che sono molto inquinanti. Dovranno essere più sostenibili e rispettare elevati standard di gestione dei rifiuti. Grazie a questo accordo, presto nel nostro paese diversi imballaggi in plastica e non solo saranno vietati. Vediamo cosa cambierà.

Cosa cambia per gli imballaggi e nella gestione dei rifiuti

L’accordo conferma la riduzione dei rifiuti da imballaggio del 5% entro il 2030. Percentuale che dovrà salire al 10% nel 2035 e al 15% entro il 2040. Dal 1° gennaio 2030 alcuni formati di imballaggi saranno vietati dalla legge. Come ad esempio la plastica monouso utilizzata per imballare frutta e verdura non trasformata, imballaggi per alimenti e bevande riempiti e consumati in bar e ristoranti, porzioni individuali come condimenti, salse, panna, zucchero, prodotti in miniatura da toilette negli alberghi ma anche la plastica usata negli aeroporti per proteggere le valigie. Saranno questi gli imballaggi più importanti che dal 2030 scompariranno dalla circolazione.

Parliamo di imballaggi in plastica, il divieto non vale per i compostabili o quelli composti da carta e plastica. Resta l’eccezione per gli alimenti dove la deperibilità del prodotto è a rischio. Addio anche alle borse in plastica molto leggere sotto i 15 micron, a meno che non siano indispensabili per motivi igienici o usati per trasportare alimenti sfusi aiutando a prevenire gli sprechi alimentari. Per bevande alcoliche e analcoliche, gli imballaggi devono essere riutilizzati nella misura del 10% entro il 2030. C’è la possibilità di una deroga di 5 anni ma a determinate condizioni. Come per i paesi che raggiungono il 5% di target di riciclo per materiale e su questo l’Italia è sulla buona strada per poter ottenere una deroga.

D’altronde la filiera italiana del riciclo è un fiore all’occhiello ed è stata citata nella direttiva Ue. Chi distribuisce bevande o cibo da asporto è obbligato ad offrire al consumatore la possibilità di portarsi da casa il contenitore. Dovrebbero inoltre impegnarsi a offrire il 10% dei prodotti in un formato di imballaggio riutilizzabile entro il 2030.

Entro il 2029, il 90% dei contenitori per bevande monouso in plastica e metallo dovrà essere raccolto separatamente. Stretta anche sull’acqua con gli Stati membri che sono tenuti a incentivare le attività di ristorazione a servire acqua dal rubinetto gratuitamente o a un costo di servizio in recipienti riutilizzabili e ricaricabili. Tutti gli imballaggi dovranno essere riciclabili ad eccezione di legno leggero, sughero, tessuti, gomma, ceramica, porcellana, cera.

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