In occasione della Festa internazionale della Donna, vi presentiamo 6 statistiche cruciali per comprendere a fondo la condizione femminile in Italia e nel mondo.
Non servono mimose o messaggi di auguri. In occasione della Festa Internazionale della Donna siamo, per una volta, analitici e pragmatici.
Facciamo parlare dati e statistiche, con l’invidiabile capacità di dire tutto senza alcuna parola.
La condizione della donna, in Italia e nel mondo, è critica e dolorosa. Ogni giorno noi donne affrontiamo violenze, discriminazioni e ingiustizie. Le statistiche che seguono hanno il grande merito di evidenziare quali siano le lotte che tutto il mondo, non solo le donne, è chiamato ad affrontare.
La parità di genere non c’è e le disuguaglianze misurate in numeri, dati, statistiche mostrano che ci sono emergenze di tipo sociale, economico, culturale che non possono più essere rimandate. Per le donne e per il benessere di tutti.
1. Europa senza parità
Il primo sguardo si posa sullo stato di evoluzione della parità di genere in Europa. Il Gender Equality Index 2024 dell’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere ha evidenziato un punteggio complessivo di 71,0 su 100. L’Unione europea ha ancora una lunga strada da percorrere per raggiungere la parità di genere, anche se il punteggio attuale rappresenta un moderato miglioramento di 0,8 punti rispetto alla precedente edizione dell’Indice.
Le disuguaglianze di genere sono più pronunciate nell’ambito dell’accesso femminile a ruoli di potere (61,4 punti), pur con differenze significative tra gli Stati membri: nonostante i miglioramenti complessivi, cinque Paesi (Bulgaria, Estonia, Croazia, Slovacchia) hanno registrato un calo nell’ambito del potere alle donne rispetto alla rilevazione scorsa.
Da evidenziare, per esempio, che in generale in Europa il settore della capacità decisionale economica delle donne è il penultimo di tutti i sottodomini nell’UE, con un punteggio di 57,6 punti.
Nelle elezioni parlamentari dell’UE del 2024 si è verificato un calo della rappresentanza femminile, invertendo per la prima volta una tendenza in continuo aumento. Nel nuovo Parlamento europeo (PE), le donne rappresentano il 39% degli eurodeputati, mentre la rappresentanza femminile nel PE è più che raddoppiata dalle prime elezioni dirette del 1979; nel 2024, la quota di donne è diminuita di 2 pp. La sessione costitutiva del nuovo PE ha incluso 278 donne (39%) e 441 uomini (61%), il che per la prima volta dalle prime elezioni dell’UE indica un leggero calo rispetto alla precedente sessione costitutiva del 2019 (41% donne).
2. Donne e lavoro in Italia
Nel focus sull’Italia e il mondo del lavoro, l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere ha evidenziato, nei dati raccolti per il 2024, che non c’è ancora parità per le donne nel modo in cui sono inserite nel mondo del lavoro. Questi i dati:
- tasso di occupazione a tempo pieno (%, popolazione 15-89): donne 32%, uomini 52%;
- durata della vita lavorativa (anni, popolazione da +15): donne 28, uomini 37;
- indice delle prospettive di carriera (punti, 0-100, +15 popolazione): donne 52, uomini 56
Da sottolineare che in tutti e tre i parametri considerati, il dato italiano relativo al mondo femminile risulta più basso della media europea.
Secondo il rendiconto Inps del 2024 sulla parità di genere, il tasso di occupazione femminile in Italia ha raggiunto il 52,5% nel 2023 confrontandosi con il 70,4% degli uomini. Il divario di genere c’è e si attesta a 17,9 punti percentuali.
3. Donne e stipendio in Italia
Il gap retributivo di genere è un altro settore critico in Italia. L’Inps ha rilevato che le donne hanno buste paga inferiori di oltre venti punti percentuali rispetto agli uomini.
La differenza di stipendio è più marcata nelle attività finanziare, assicurative e servizi alle imprese con il 32,1% in meno di paga, nel commercio con un divario del 23,7%, nel manifatturiero con un gap del 20% e nei servizi di alloggio e ristorazione con un 16,3% di differenza.
In Italia, inoltre, solo il 21,1% di donne ricopre ruoli da dirigenti e tra i quadri il genere femminile è di appena il 32,4%. Il Rendiconto Inps mostra che nel settore privato, la retribuzione media giornaliera sia di un dipendente donna è di 77,6 e pari a 104,4 per gli uomini.
Secondo l’osservatorio Inps, nel 2024 le donne hanno guadagnato 8.000 euro lordi in meno rispetto agli uomini nel settore privato.
4. Donne e potere in Italia
L’uguaglianza di genere nelle posizioni decisionali in tutta la sfera politica, economica e sociale evidenzia che le donne sono ancora in minoranza. In Italia, stando ai dati elaborati dall’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere per il 2024, i divari sono stati così calcolati:
- Quota di ministri: 30% donne, 70% uomini;
- Quota di membri del Parlamento: 34% donne, 66% uomini;
- Quota di membri delle assemblee regionali/comuni locali: 24% donne, 76% uomini
5. Donne e attività oltre il lavoro
Cosa fanno le donne quando non lavorano? Anche nella risposta a questa domanda si svelano disparità e pregiudizi.
L’impiego del tempo oltre lo svolgimento di una professione misura le disuguaglianze di genere nella distribuzione del tempo dedicato alla cura, al lavoro domestico e alle attività sociali.
L’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere per il 2024 ha mostrato:
- Persone che si prendono cura ed educano i propri figli o nipoti, anziani o persone con disabilità, ogni giorno: 34% donne, 25% uomini;
- Persone che cucinano e/o fanno i lavori domestici ogni giorno: 72% donne; 34% uomini;
- Lavoratori che svolgono attività sportive, culturali o ricreative fuori casa, almeno quotidianamente o più volte alla settimana: 28% donne, uomini 34%;
- Lavoratori coinvolti in attività di volontariato o beneficenza, almeno una volta al mese : 11% donne, 13% uomini
La parità uomo-donna è quindi una delle conquiste irrisolte del nostro tempo. In ogni ambito, il mondo femminile risulta penalizzato da stereotipi, ignoranza, involuzione sociale, politica, culturale.
6. Donne e violenza
Un capitolo molto delicato sulla condizione femminile è quello della violenza, evidenziato anche nell’Indice sulla Parità di Genere dell’Europa. Come spiegato nella pagina ufficiale:
“la violenza contro le donne è uno dei 6 domini del Gender Equality Index. Tuttavia, il dominio della violenza non misura i divari tra donne e uomini come fanno altri domini. Piuttosto, misura e analizza le esperienze di violenza delle donne. A differenza di altri domini, l’obiettivo generale non è quello di ridurre i divari di violenza tra donne e uomini, ma di sradicare completamente la violenza.”
Cosa mostra questo particolare osservatorio? Secondo l’indagine EU-GBV sulla violenza contro le donne tra il 2022 e il 2023, in Italia, il 32% delle donne ha subito violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni. Questa percentuale è superiore di 1 punto percentuale alla media UE-27 (31%).
Una stima sull’UE ha evidenziato che la percentuale di donne che hanno subito conseguenze sulla salute dovute a violenza fisica e/o sessuale dall’età di 15 anni è stata del 57% nel 2021.
Le donne (di età compresa tra 18 e 74 anni) che hanno subito violenza psicologica da parte di un partner attuale o ex partner dall’età di 15 anni in UE sono state il 30% (stima 2021). La percentuale di donne (di età compresa tra 18 e 74 anni) che hanno subito molestie sessuali sul lavoro da parte di un autore a partire dall’età di 15 anni è stimata al 31% nel 2021.
Infine, Eurostat nel 2022 ha quantificato un tasso del 2,7 (per 100.000 abitanti femminili) di donne e ragazze registrate come vittime della tratta di esseri umani per Stato membro dell’UE,
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