Vediamo quali sono le 8 cose illegali che fai su Internet senza saperlo e che cosa puoi rischiare.
I mezzi informatici sono così efficienti e intuitivi che ci permettono di fare moltissime cose senza sforzo, tempo e denaro. Forse anche per questo l’errore comune è sottovalutare le azioni che si fanno su Internet, senza pensare al loro valore nella “vita reale”. Qualche click sulla tastiera richiede meno sforzo di quanto non servirebbe per ottenere lo stesso risultato senza andare sul web: non serve aprire un negozio per vendere i propri oggetti, andare a comprare dei dvd e parlare con le persone senza contatto diretto spesso inibisce alcuni limiti sociali. Con questa leggerezza, molte persone fanno cose illegali abitualmente senza saperlo, spesso senza nemmeno porsi il dubbio. Vediamo quindi gli 8 errori più comuni.
Guardare o scaricare film e serie tv in streaming
Tra le cose illegali che si fanno su internet lo streaming merita necessariamente una menzione speciale. È un mezzo che quasi tutti gli utilizzatori di Internet hanno provato almeno una volta e non è così difficile capire perché. Diversi siti web e applicazioni consentono di guardare o scaricare film, serie tv e canzoni a costo zero, senza pagare un abbonamento, un noleggio o qualsiasi altra forma fosse stata prevista.
Questo vale anche per i film disponibili solo al cinema, che non di rado vengono messi sul web per permettere agli utenti di guardarli (anche se spesso con dubbia qualità) a casa propria e senza pagare alcun biglietto. Per poter condividere questo tipo di contenuti (come anche videogiochi o libri per esempio) è necessaria la licenza (per il materiale coperto da diritto d’autore).
I contenuti protetti da copyright trasmessi senza autorizzazione sono illegali, ma la buona notizia è che la responsabilità penale è in capo solo a chi li diffonde. Il semplice spettatore non rischia nulla dal punto di vista legale, ma deve fare attenzione a non condividere a sua volta il materiale.
Vedere online i canali Tv per non pagare
In modo simile a quanto visto per film e serie Tv, anche utilizzare i siti web non autorizzati per guardare i canali televisivi è illegale. È il caso dei canali a pagamento offerti gratuitamente o con un abbonamento molto più conveniente, offerto a un prezzo ridotto proprio perché illegale (il cosiddetto pezzotto). Anche in questo caso ci sono conseguenze serie per i diffusori, ma anche gli utenti sono punibili.
In particolare, secondo la Corte di cassazione gli utenti commettono il reato di incauto acquisto se non si accertano la legittima provenienza. Principalmente, questo principio si basa sul fatto che è inevitabile insospettirsi sulla provenienza e la legalità di questi strumenti, soprattutto a causa della differenza di prezzo rispetto alla versione originale e autorizzata.
Vendere sugli e-commerce
Vendere oggetti sugli e-commerce può essere illegale, ma soltanto quando è espressione di un’attività lavorativa non dichiarata. In linea generale, è possibile vendere i propri oggetti usati senza problemi, così come anche delle proprie creazioni, finché si rimane nell’ambito degli hobby.
Quando l’attività non è più sporadica e occasionale, invece, è richiesta la partita Iva. In ogni caso, anche i proventi delle vendite tra privati devono essere resi noti nella dichiarazione dei redditi per la tassazione (con eccezione dell’usato purché venduto a un prezzo inferiore o pari a quello d’acquisto e del baratto).
Inviare pubblicità e newsletter per promuoversi
Dato che Internet offre mezzi molto ampi per pubblicizzare i propri prodotti o la propria attività è facile cadere in tentazione, inviando molti messaggi ed e-mail a numerosi destinatari. In linea di massima, lo spam senza il consenso dei destinatari non è legittimo ma non comporta un reato finché non prosegue dopo una diffida o causa un vero e proprio danno al destinatario. In questi ultimi casi si rischia, oltre alle sanzioni previste dal Garante della privacy, di dover pagare il risarcimento danni.
Bisogna fare molta attenzione, perché per diffida è sufficiente una semplice pec o raccomandata a/r in cui il destinatario chiede la cessazione degli invii e la cancellazione del proprio indirizzo.
Litigare sui social e nei blog
Le discussioni su Internet possono farsi anche piuttosto accese, spesso tra i commenti dei social e nei blog. In questi casi, trattandosi di conversazioni pubbliche, è possibile essere accusati del reato di diffamazione. Ai fini della diffamazione è punibile la persona che per prima ha oltrepassato il limite, insultando l’altra (che ha subito un pregiudizio) con l’intento di colpirne l’onore o la credibilità.
Anche quando non ci sono le condizioni per parlare di diffamazione, non si esclude che la vittima possa chiedere un risarcimento danni in sede civile per gli insulti ricevuti. Oltre a questi comportamenti che possono essere adottati per un eccesso d’ira, ci sono poi i veri e propri reati digitali come il cyber-stalking, il cyber-bullismo, il furto d’identità. Questi tre sono severamente puniti dalla legge (come la controparte non digitale) ma senza ombra di dubbio non vengono messi in atto inconsapevolmente.
Approfittare del Wi-Fi del vicino
Un altro comportamento illegale molto diffuso è quello di sfruttare la rete Wi-Fi di qualcun altro, spesso il vicino di casa, per collegarsi a Internet. Questo fatto costituisce il reato di accesso abusivo a sistema informatico se la rete era protetta da password. In assenza di password, invece, si può profilare il reato di furto (se la connessione dati usata è limitata). Infine, se la connessione usata non aveva limiti e non si comporta alcun danno (e non si commettono crimini informatici utilizzando la rete altrui), difficilmente si configura un reato.
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Violare il copyright
Come abbiamo visto finora, il copyright e i diritti d’autore sono molto importanti per proteggere la paternità dei contenuti e violarli è molto rischioso. Ecco perché prima di diffondere del materiale (immagini, canzoni o qualsiasi altro contenuto) è bene verificarne i diritti d’autore e il copyright e rispettare le modalità prescritte dalla legge a seconda delle tipologie (ad esempio citare la fonte). Questo comportamento diventa ancora più rischioso se i contenuti vengono utilizzati a scopo commerciale.
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