Secondo Fayez al-Sarraj, leader di Tripoli, ci sarebbero 800mila migranti, tra cui anche combattenti dell’Isis, pronti a partire dalla Libia verso l’Italia a causa della guerra. Una stima che è veritiera anche se sarà difficile una “invasione”.
“Fate presto, 800mila migranti e libici pronti a invadere l’Italia e l’Europa”. Questo è l’allarme lanciato in un’intervista al Corriere della Sera da Fayez al-Sarraj, Primo ministro del Governo di Accordo Nazionale che controlla Tripoli.
Tra le centinaia di migliaia di persone pronte a tentare la traversata del Mediterraneo ora che sta divampando una guerra civile in Libia, ci sarebbero secondo al-Sarraj anche diversi combattenti dell’Isis.
Numeri questi che spaventano ma che non si discostano troppo dalla realtà, così come è assodata la presenza di jihadisti nel paese africano. Difficile però che si possa registrare un esodo come paventato, anche se un dramma umanitario per i migranti è già in corso in territorio libico e potrebbe aggravarsi in caso di una escalation degli scontri armati.
I numeri dei migranti in Libia
Come ogni guerra, uno dei più drammatici effetti è quello dei civili in fuga dal conflitto. Se consideriamo poi che la Libia da questo punto di vista è un paese già più che problematico di suo, la situazione non è di certo delle più semplici.
Le parole di Fayez al-Sarraj a riguardo hanno toni allarmanti, ma i numeri che circolano sulla situazione dei migranti nel paese africano non sono così diversi da quelli paventati dal primo ministro di Tripoli.
A ottobre 2018 veniva stimato che al momento in Libia ci fossero 700.000 migranti. Di questi 500.000 sono alla ricerca di lavoro in Libia o sempre in paesi del Nord-Africa, mentre 200.000 sono pronti a mettersi in mare alla volta dell’Europa.
Al momento la maggior parte di loro sono rinchiusi nei centri in Libia, dove come è stato denunciato da più associazioni umanitarie (oltre che dalle testimonianze dei diretti interessati) fenomeni di schiavismo e di tortura sarebbero all’ordine del giorno.
A questi migranti provenienti dai vari paesi africani e asiatici, c’è chi ha affermato che persone provenienti dal Golfo Indiano vengono portate con aerei privati in Libia per farli poi imbarcare, vista la guerra in atto si potrebbero aggiungere dei profughi libici.
A riguardo, il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ha dichiarato che, a eventuali immigrati libici, in caso di sbarco sulle nostre coste verrà riconosciuto lo status di rifugiati e non di migranti.
Esodo verso l’Italia?
Quando al-Farraj dice che ci sono 800.000 persone pronte a partire alla volta dell’Italia si riferisce a un numero potenziale che è veritiero. Tecnicamente però sarà molto difficile che tutte insieme in un breve lasso di tempo possano decidere di imbarcarsi.
Portare un numero così elevato di persone con i gommoni utilizzati dagli scafisti libici sarebbe praticamente imposibile. In più c’è da considerare che i flussi migratori via mare sono diminuiti drasticamente nell’ultimo anno.
Senza dubbio però potrebbe esserci una intensificazione delle partenze, anche perché il caos sempre maggiore in Libia potrebbe far venire in meno gli accordi che hanno portato le varie organizzazioni criminali a diminuire i viaggi della speranza.
Rischio Isis
Infine c’è la questione riguardante l’Isis. Anche questa preoccupazione purtroppo è reale. Con la caduta del Califfato molti guerriglieri islamici hanno fatto ritorno in Nord Africa, anche perché la maggior parte di loro proveniva proprio da quei paesi.
Nella parte desertica ci sono intere zone in mano ai jihadisti, senza dimenticare che fino al 2017 l’intera città di Bengasi era in mano all’Isis prima della sua liberazione da parte delle milizie del generale Haftar.
Oltre a questi ci sono anche i foreign fighters europei, con il rischio che possano decidere di fare ritorno nel Vecchio Continente attraverso il Mediterraneo che è molto alto ora che il Califfato non esiste più.
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