Il documento conterrebbe 7 Paesi verso i quali le nazioni UE potranno rimpatriare i richiedenti asilo.
La Commissione Europea proporrà agli Stati membri l’elenco di 7 Paesi verso i quali potranno essere rimpatriati i richiedenti asilo perché ritenuti sicuri. L’indiscrezione è stata rilanciata in esclusiva da Euractiv che avrebbe visionato in anteprima la bozza del documento.
I 7 Paesi considerati sicuri sono: Bangladesh, Colombia, Egitto, India, Kosovo, Marocco e Tunisia. Al momento non è ancora chiaro a cosa si riferisca per Paesi terzi di origine sicuri. Non è chiaro se questi paesi potranno accelerare le domande d’asilo. O se saranno usati per rimpatriare chi ha presentato domanda che è stata però considerata inammissibile. Oppure se in questi Paesi verrà mandato in pre-rimpatrio chi non ha avuto l’asilo.
Tra l’altro è singolare che siano stati inclusi Stati che non sono parte della Convenzione di Ginevra, come l’India, e l’esclusione di quasi tutti quelli balcanici, compresa l’Albania dove il nostro paese ha costruito dei centri di rimpatrio che sono da mesi oggetto di polemiche e dibattito.
Questa mossa di includere tali 7 Paesi nell’elenco degli Stati sicuri dovrebbe essere seguita da una revisione accelerata del concetto di Paese terzo sicuro nel diritto dell’UE.
L’elenco sarà incluso come emendamento al regolamento sulle procedure di asilo dell’UE, parte del patto sulla migrazione adottato lo scorso anno. La sua attuazione è prevista per il 2026.
A marzo, la Commissione ha proposto nuove regole vincolanti sui rimpatri dei migranti. Regole che ora i Paesi membri stanno discutendo. Entro giugno dovrebbe essere resa pubblica la lista definitiva.
Passa la linea del Governo
La presenza di Egitto e Bangladesh tra i 7 paesi d’origine dà ragione alla strategia del Governo sulla politica migratoria. Erano originari proprio del Bangladesh e dell’Egitto i migranti al centro dei casi per cui, nei mesi scorsi, il tribunale di Roma aveva deciso di non convalidare il trattenimento nel centro albanese di Gjader. La questione era stata così rimessa al giudizio della Corte di Giustizia dell’Unione Europea. Nelle motivazioni dell’ordinanza, il tribunale capitolino aveva sottolineato come i due Paesi d’origine non possano essere considerati sicuri, anche alla luce di una recente sentenza della stessa Corte europea. Ma ora la lista aggiornata della Commissione Europea cambia le carte in tavola. E i migranti potranno essere rimpatriati nel Paese d’origine quando la lista sarà ufficiale ed entrerà ufficialmente in vigore.
Il concetto di «Paese d’origine sicuro» sarà presto applicato in modo uniforme in tutti e 27 gli Stati membri dell’Unione Europea, fornendo un quadro condiviso per affrontare in maniera più strutturata e coerente la gestione dei flussi migratori. L’intento è quello di promuovere soluzioni «innovative», prendendo spunto dal modello Italia-Albania, che prevede la creazione di hotspot extra-UE dove trattare le richieste d’asilo e organizzare i rimpatri per chi non ha diritto a restare. Parallelamente, si lavora anche all’idea di creare dei return hubs in Paesi terzi, ovvero centri permanenti di rimpatrio destinati a espellere in maniera definitiva dal territorio europeo i migranti irregolari destinatari di un provvedimento di espulsione.
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