Il politico pentastellato torna sulla scena, non farà mancare il proprio sostegno al Movimento 5 Stelle in vista delle elezioni europee
Dal caso Carige al decreto sicurezza, dalla Sea Watch al Tav, che “non si deve fare”.
È stato Alessandro Di Battista (M5Stelle) a inaugurare, questa sera, la prima puntata del 2019 di Accordi & Disaccordi, il talk show politico in onda, in seconda serata, sul canale Nove.
L’ex parlamentare pentastellato, dopo il rientro dal Centro America, è stato ospite della trasmissione condotta da Andrea Scanzi e Luca Sommi.
Accordi & Disaccordi, Di Battista in diretta su Nove
Accordi & Disaccordi, il talk politico condotto dalla coppia di giornalisti e autori Andrea Scanzi e Luca Sommi è tornato anche questa sera sul Nove, canale Discovery Italia, dalle 22:45 dopo il “Best Of” di Fratelli di Crozza.
Ospite d’eccezione Alessandro Di Battista, per la prima volta in diretta televisiva dopo il rientro dal sud America. Per questa puntata, Di Battista aveva annunciato battaglia.
“Basta difendersi. È il momento di passare all’attacco”, aveva scritto sui social rendendo nota la propria partecipazione al programma.
Di Battista, da qualche settimana, era tornato a farsi sentire. Il Movimento 5 Stelle si prepara alle prossime elezioni europee, previste per il mese di maggio, e il politico romano non vuole far mancare il proprio sostegno. Non si candida alle europee, non sarà ministro, ma annuncia che farà campagna elettorale.
A ricordarne la presenza in studio è stato anche Andrea Scalzi, in una diretta Facebook:
“torna per la prima volta in tv dal vivo. Sarà una serata particolare. Di Battista è il secondo esponente per fama, se non il primo, del Movimento 5 Stelle, che, fino a prova contraria, è contraente di maggioranza del cosiddetto Salvimaio”.
Intanto, sono stati molti gli argomenti da affrontare con l’esponente pentastellato: da Carige al decreto sicurezza, fino alla vicenda Sea Watch, il nodo sulla Tav, il taglio dello stipendio ai parlamentari e tanto altro ancora.
Sul salvataggio di Carige, con un decreto fotocopia rispetto a quello del governo Gentiloni, Di Battista ha tenuto a precisare:
“A me sta benissimo che ci sia una garanzia statale su una banca che sta andando a carte 48 purché, qualora il governo ci mettesse anche un euro, quella banca diventi dello Stato.”
Poi ha auspicato la modifica dell’art. 560 del codice di procedura civile sugli immobili di proprietà delle banche, la riforma della Governance di Banca d’Italia, la divisione tra le banche d’affari e banche commerciali e il congelamento degli emolumenti dei grandi banchieri per i tre anni dall’uscita delle banche per garantire un tesoretto da utilizzare nei momenti di crisi.
Tutti temi questi affrontati, nei giorni scorsi, con Luigi Di Maio e che avrebbero già trovato il placet del vicepremier.
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