Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ha incontrato a Kiev Volodymyr Zelensky: Italia e Ucraina hanno siglato un accordo per la ricostruzione, ma per l’Occidente la guerra durerà a lungo.
Negli ultimi tempi l’agenda di Volodymyr Zelensky è stata particolarmente fitta: collegamenti video in tutto il mondo, telefonate, incontri faccia a faccia a Kiev con leader e stakeholder mondiali senza tralasciare di visitare le truppe al fronte.
Per ultimo a Kiev si è presentato anche l’attore Ben Stiller, ma subito dopo l’attore americano il presidente ucraino ha ricevuto il nostro Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria.
Del resto da quando lo scorso 24 febbraio è scoppiata la guerra in Ucraina, Zelensky da ottimo comunicatore qual è non ha mai mancato occasione per lanciare degli appelli all’Occidente.
Se inizialmente la richiesta era quella di aiuti per resistere all’invasione russa, adesso il leitmotiv è quello di armi sempre più sofisticate per provare a ricacciare le truppe di Mosca fuori dai confini ucraini. Il vertice tra Zelensky e Bonomi però ha avuto come tema principale quella che sarà la ricostruzione dell’Ucraina una volta che la guerra sarà finita.
Zelensky tra guerra e ricostruzione
Di recente le notizie che sono arrivate dal campo di battaglia non sono state delle migliori per Zelensky: la Russia dopo aver preso Mariupol, avrebbe ora il controllo anche di Severodonetsk, ma presto tutto il Donbass potrebbe cadere nelle mani di Putin.
L’Ucraina dal canto suo come ha ricevuto dai Paesi Nato dei cannoni da 155mm, sfruttando la gittata più lunga ha lanciato una controffensiva a Sud per cercare di riprendere il controllo delle strategiche città di Zaporizhzhia e Kherson.
L’intento di Kiev sarebbe quello di mettere a segno alcune importanti vittorie militari prima di sedersi al tavolo dei negoziati, un modo questo per non presentarsi con il capo chino ma in una posizione di maggiore forza.
Per i negoziati purtroppo non sembrerebbe però essere arrivato ancora il momento, tanto che il numero uno della Nato Jens Stoltenberg e il primo ministro inglese Boris Johnson, a poca distanza l’uno dall’altro, hanno entrambi dichiarato che quella in Ucraina sarà una guerra che potrebbe durare anche anni.
In questo scenario, in un certo senso ha sorpreso l’incontro che si è svolto a Kiev tra Volodymyr Zelensky e Carlo Bonomi, il nostro numero uno di Confindustria che per l’occasione è stato accompagnato dall’ambasciatore Pier Francesco Zazo.
Il patto Italia-Ucraina per la ricostruzione
Dopo che la scorsa settimana è stato Mario Draghi, insieme ai collegi Emmanuel Macron e Olaf Scholz, a recarsi in Ucraina per incontrare Volodymyr Zelensky, questa volta a Kiev è arrivato Carlo Bonomi per un fruttuoso incontro incentrato sul tema della ricostruzione post-guerra.
“Appoggiamo la presenza italiana in Ucraina - ha dichiarato Zelensky - Si è aperta una nuova pagina nei rapporti fra i nostri Paesi. Si è creata la fiducia nei nostri rapporti e vorrei che la produzione italiana e le aziende fossero rappresentati ancor di più sul mercato ucraino soprattutto nel programma di ricostruzione dell’Ucraina, il programma che verrà attivato dopo la fine della guerra”.
Nonostante la guerra non sembrerebbe essere sul punto di fermarsi, per il presidente ucraino la ricostruzione “già ora bisogna cominciare ad avviarla, è necessario che i produttori italiani entrino come forza nel nostro mercato e noi per questo siamo completamente aperti”.
Più tardi in collegamento con il Tg1, Carlo Bonomi ha spiegato che “abbiamo firmato un accordo con il governo ucraino dove mettiamo a disposizione le nostre filiere per la ricostruzione del Paese; abbiamo convenuto anche l’apertura di un ufficio, di una delegazione permanente di Confindustria presso l’ambasciata italiana per accompagnare le imprese italiane nel percorso di avvicinamento all’Ucraina e alla sua ricostruzione”.
Al momento il calcolo totale dei danni in Ucraina ammonterebbe a circa 600 miliardi di dollari, tanto che è stato ipotizzato una sorta di nuovo piano Marshall per ricostruire il Paese. Se Kiev dovesse entrare a breve nell’Unione europea, sarà molto più facile per le imprese comunitarie prendere parte a questa opera.
Con la firma di questa intesa, l’Italia ha dimostrato di voler essere in prima linea al fianco dell’Ucraina non solo per il sostegno umanitario e militare, ma anche per quella che sarà la ricostruzione del Paese.
Prima di ricostruire però si dovrà trovare un accordo di pace, tema questo ultimamente passato tristemente e paradossalmente in secondo piano.
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