Servizio idrico nazionale pubblico e gratuito (per i primi 50 litri ogni giorno): l’acqua di cittadinanza arriva in Parlamento, ma bisognerà trovare almeno 2 miliardi di euro per la sua introduzione.
Dopo il reddito di cittadinanza, il Movimento 5 Stelle ha intenzione di introdurre anche l’acqua di cittadinanza; presto, infatti, in Parlamento arriverà il progetto di legge per la ripubblicizzazione della gestione integrale del ciclo delle acque.
Il disegno di legge sull’acqua pubblica (ribattezzato come “acqua di cittadinanza”) ha quasi terminato l’esame in commissione e il 24 giugno comincerà la discussione alla Camera dei Deputati; ad oggi, però, le probabilità che il disegno di legge che punta a “regalare” 50 litri di acqua al giorno ai cittadini possa essere approvato non sono molte, se non altro perché i costi necessari per far sì che l’acqua diventi pubblica (e gratuita per i primi cinquanta litri) sembrano piuttosto proibitivi, specialmente adesso che l’Italia rischia una procedura d’infrazione.
Nonostante ciò, è comunque interessante vedere in cosa consiste questo progetto innovativo - ma dispendioso - presentato dal Movimento 5 Stelle e in che modo verrebbe effettuata la ripubblicizzazione per legge della gestione del ciclo integrale delle acque. Informazioni che tra l’altro potete approfondire nel testo del disegno di legge che trovate in allegato alla fine dell’articolo.
Acqua di cittadinanza: cosa prevede il disegno di legge
Obiettivo del disegno di legge è di ripubblicizzare la gestione del ciclo integrale delle acque trasformando in maniera forzosa le attuali società di diritto privato.
Dal momento che l’acqua “è un bene naturale e un diritto umano universale e fondamentale” la presente legge fissa come obiettivo quello di favorire la “definizione di un governo pubblico e partecipativo del ciclo integrato dell’acqua, in grado di garantirne un uso sostenibile e solidale”.
Oltre a rendere l’acqua pubblica bisognerebbe renderla gratuita per i primi 50 litri al giorno (a persona), ossia il quantitativo minimo vitale garantito per alimentazione e igiene. Ricordiamo, tra l’altro, che i primi 50 litri giornalieri sono già gratuiti per coloro che soddisfano i requisiti per beneficiare del bonus idrico.
Acqua pubblica e gratuita: quanto costerebbe?
Il problema è che rendere l’acqua pubblica attuando il progetto descritto dal disegno di legge sull’acqua di cittadinanza avrebbe un costo che ad oggi sembra essere piuttosto proibitivo.
A fare i conti sul costo di questa misura ci ha pensato il REF.Ricerche che dopo aver esaminato il quadro tariffario di 5.566 Comuni ha stimato in 1 miliardo e 902 mila euro le risorse necessarie per estendere a tutti il diritto a 50 litri di acqua gratis al giorno.
C’è poi da considerare che la trasformazione forzosa delle attuali società di diritto privato andrebbe a gravare sul debito pubblico per circa 4,4 miliardi di euro; un costo destinato persino a salire perché conta solo i debiti presenti nei bilanci delle sole monoutility, escludendo la quota idrica delle società di multiservizi. I soci privati inoltre dovranno essere indennizzati, e per questo ci sono da aggiungere nuovi costi che andrebbero a gravare sugli enti locali che diventerebbero gli unici proprietari delle società dell’acqua.
A gravare sulle casse del Ministero dell’Economia invece sarebbe il costo necessario per rendere gratuiti i primi 50 litri (a persona) di consumo d’acqua giornaliera: come si legge chiaramente nel testo del ddl, infatti, il costo in questo caso sarebbe coperto “dalla fiscalità generale”. Circa 2 miliardi di euro quindi graverebbero sulle tasse del MEF, una cifra importante che in questo periodo non sembra essere sostenibile.
© RIPRODUZIONE RISERVATA