Oggi l’attenzione degli investitori sarà rivolta verso il Belpaese per il rilascio delle letture finali sul Pil e sui prezzi al consumo. Oltreoceano focus sull’indice dell’attività manifatturiera di Chicago
Due i dati più rilevanti di oggi nel nostro calendario macro. Da un alto l’inflazione dell’Eurozona e dall’altro la crescita mensile del pil italiano, nello specifico il dato finale del terzo trimestre. Entrambi i dati saranno utili per avere ulteriori indizi sullo stato di salute delle economie più sensibili in questo momento nel blocco che adotta l’euro.
Gli analisti censiti da Bloomberg non si aspettano variazioni significative per quanto riguarda il dato core, che esclude energia, alimentari, alcol e tabacco, mentre il dato CPI relativo a novembre è atteso in leggera contrazione al 2% contro il 2,2% della lettura precedente, dato che nella scorsa lettura non si è discostato né dalle stime né dal risultato precedente.
Per il Belpaese si attende invece un dato preliminare sull’inflazione in contrazione all’1,6% contro l’1,7% della rilevazione precedente. Se il dato dovesse rivelarsi corretto proseguirebbe il trend di calo in atto da luglio dopo il parziale recupero emerso nella misurazione di agosto.
Per quanto riguarda il pil nel terzo trimestre del 2018 è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente evidenziando una situazione di stagnazione dell’economia ed allontanandosi sempre di più dalle previsioni del governo M5s-Lega che stimavano una crescita dell’1,2% a fine anno e dell’1,5% nel 2019.
PMI di Chicago negli Stati Uniti
Il sondaggio sulle condizioni del distretto industriale di Chicago è atteso in leggero rialzo per il mese di novembre. Gli analisti censiti da Bloomberg si aspettano un dato in aumento a 58,5 punti contro i 58,4 punti della misurazione di ottobre.
Se le aspettative degli analisti dovessero trovare una conferma con il dato effettivo di oggi si registrerà una momentanea interruzione del trend di calo partito dai valori registrati durante la lettura di luglio a 65,50 punti.
Il recente calo dell’attività manifatturiera emerso negli ultimi 4 mesi è tuttavia di entità minore se si conta il calo registrato dalla misurazione di dicembre 2017, dalla quale sono seguite letture in costante ribasso fino ad arrivare ai valori di bottom registrati con le letture di marzo e aprile con valori rispettivamente pari a 57,40 e 57,60 punti, le peggiori dell’anno.
Tuttavia, il dato effettivo, sia nella rilevazione di settembre che di ottobre, è risultato inferiore alle stime degli analisti e, i recenti dati negativi emersi nelle letture elaborate da IHS Markit per il settore manifatturiero e terziario potrebbero essere un ulteriore fonte di sostegno all’ipotesi che oggi venga rilasciato un dato effettivo alla pari del precedente o addirittura inferiore, piuttosto che in aumento.
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