L’annuncio di Ruffini scuote il mondo del Fisco: il direttore dell’Agenzia delle Entrate vuole l’eliminazione della dichiarazione dei redditi entro 5 anni. Si tratta di un progetto realizzabile? Scopriamolo.
Il 730 per la dichiarazione dei redditi rischia di andare in pensione entro pochi anni.
Ernesto Maria Ruffini - direttore dell’Agenzia delle Entrate - ha lanciato una vera e propria bomba: “Anche se oggi esiste la dichiarazione precompilato, mi piace pensare che sia soltanto un passaggio intermedio fra come eravamo e come saremo”.
Un futuro del Fisco che non prevede la dichiarazione dei redditi, o almeno questo secondo quanto dichiarato da Ruffini in un’intervista a La Repubblica. Un progetto ambizioso e senza dubbio difficile da realizzare, ma qualche anno fa anche quello del 730 precompilato lo era.
D’altronde, oggi l’Agenzia delle Entrate ha accesso a tantissimi dati e ciò - secondo Ruffini - “deve far venir meno il concetto stesso di dichiarazione dei redditi”. Il direttore dell’Agenzia delle Entrate parlerà di questa e di altre novità per il “nuovo Fisco” con commercialisti, consulenti del lavoro e altri professionisti per far sì che nel minor tempo possibile si arrivi ad una proposta condivisa.
Vedremo quale sarà la loro reazione alla proposta di Ruffini di eliminare la dichiarazione dei redditi entro un arco temporale di 5 anni, se ci sarà la voglia di entrambe le parti di superare le criticità di questo progetto.
Nell’attesa di scoprirlo vediamo nel dettaglio in cosa consiste la proposta del direttore dell’Agenzia delle Entrate.
Addio alla dichiarazione dei redditi: perché è possibile
Gli investimenti fatti dall’Agenzia delle Entrate negli ultimi anni per la digitalizzazione del sistema fiscale italiano stanno producendo i frutti sperati. Il Fisco ha accesso a sempre più dati, i contribuenti hanno meno segreti e in questo modo scoprire eventuali evasori è più semplice.
Il percorso però non si è ancora concluso perché l’obiettivo è la digitalizzazione completa del sistema fiscale. In questo modo, grazie alla mole di dati a disposizione, far compilare la dichiarazione dei redditi ai contribuenti - seppur precompilata - sarebbe del tutto inutile.
Sarebbe l’Agenzia delle Entrate stessa quindi a compilare la dichiarazione dei redditi per conto dei contribuenti, con quest’ultimi che da “controllati” diventerebbero “controllori di lavoro del Fisco”.
Compito dell’Agenzia delle Entrate è di fornire il servizio, quello del cittadino controllare che questa abbia lavorato bene. Per l’entrata a regime del progetto comunque si stimano almeno 5 anni poiché - come dichiarato dallo stesso Ruffini - si tratta di un’operazione complessa.
E sono proprio le criticità del progetto a metterne a rischio l’attuazione; vediamo perché.
Addio alla dichiarazione dei redditi: perché non è possibile
Il primo ostacolo da superare per l’eliminazione della dichiarazione dei redditi è rappresentato dal sistema tributario italiano, troppo complesso e articolato per prevedere un sistema totalmente automatizzato alla base.
Ci sono 388 leggi e 396 decreti attuativi da tenere in considerazione, diverse percentuali di deducibilità dei costi in base alla tipologia di spesa e dell’attività svolta.
Prima di tutto quindi sarebbe il caso di semplificare il sistema e procedere con una razionalizzazione del fisco.
C’è poi un altro problema da tenere in considerazione: come farà l’Agenzia delle Entrate ad entrare in possesso di tutti i dati di cui ha bisogno? L’esperienza negativa dello spesometro insegna che la gestione e l’invio dei dati non è così semplice come può sembrare.
Togliere l’adempimento della dichiarazione dei redditi per aggiungerne altri, dei nuovi obblighi periodici e le sanzioni che ne conseguono, non ci sembra essere così conveniente per i contribuenti italiani, che si troverebbero in poco tempo a rimpiangere il “vecchio 730”.
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