Il Tar del Lazio dovrà decidere dell’incostituzionalità della nuova Agenzia delle Entrate-Riscossione. Cosa ne sarà delle cartelle di pagamento notificate dopo il 1°luglio 2017? Facciamo chiarezza.
L’Agenzia delle Entrate-Riscossione è sotto accusa: secondo il sindacato Dirpubblica - rappresentante dei dirigenti del pubblico impiego - il nuovo ente che ha sostituito Equitalia è incostituzionale.
Un’accusa molto grave, confermata in parte anche dal Consiglio di Stato che però ha rigirato la questione al Tar del Lazio, il quale nei prossimi giorni dovrà prendere un’importante decisione.
Infatti, se verrà confermata l’incostituzionalità dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione potrebbero essere dichiarate nulle tutte le cartelle di pagamento, gli atti di pignoramento, e le ipoteche notificate dal nuovo ente fin dal giorno della sua entrata in vigore, sabato 1° luglio 2017.
Per quale motivo l’Agenzia delle Entrate-Riscossione è accusata di essere incostituzionale? Fin dall’annuncio dell’abolizione di Equitalia - ente privato - erano sorti dei dubbi sulla legittimità del processo che avrebbe portato all’istituzione del nuovo ente pubblico di riscossione.
Infatti, nonostante il Governo abbia voluto far passare la cancellazione di Equitalia come una buona notizia per i contribuenti italiani, in realtà il nuovo ente essendo collegato direttamente all’Agenzia delle Entrate è dotato di poteri maggiori rispetto al suo predecessore perché ha accesso alla banca dati dei contribuenti.
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E se a questo si aggiunge che a firmare documenti dell’uno e dell’altro ente è sempre la stessa persona - l’ex amministratore delegato di Equitalia Ernesto Maria Ruffini - alla guida sia dell’Agenzia delle Entrate che del comparto Riscossione, si capisce il perché il nuovo ente sia finito sotto l’occhio del ciclone.
Perché l’Agenzia delle Entrate-Riscossione è accusata di incostituzionalità?
Ma il motivo principale per cui l’Agenzia delle Entrate-Riscossione è accusata di essere incostituzionale è un altro: con la nascita del nuovo ente, infatti, tutti i dipendenti dell’ex Equitalia sono stati assunti nei nuovi uffici, passando dal lavorare in una società privata all’essere a tutti gli effetti dei dipendenti pubblici.
Il problema è che la Costituzione - come ribadito da diverse sentenze della Corte Costituzionale - stabilisce che per essere assunti o promossi all’interno di un settore della Pubblica Amministrazione bisogna superare un concorso pubblico.
Un principio al quale si è appellato il sindacato Dirpubblica il quale ha impugnato le nomine del nuovo ente di Riscossione davanti al Consiglio di Stato.
La decisione del Consiglio di Stato
Quest’ultimo, citando due sentenze della Corte Costituzionale (la n°37/2015 e la n°820/2014) ha confermato una possibile violazione della Costituzione da parte del nuovo ente di Riscossione.
In queste sentenze, infatti, la Corte Costituzionale ha ribadito l’importanza del concorso per lavorare nel pubblico impiego, aggiungendo che questo principio va rispettato anche per il passaggio “da soggetti privati ad enti pubblici”, come nel caso di Equitalia e dell’Agenzia delle Entrate-Riscossione.
Il Consiglio di Stato ha però rinviato il giudizio definitivo al Tar del Lazio e non è escluso che questo a sua volta rigiri la questione alla Corte Costituzionale. Nel frattempo però le attività di riscossione del nuovo ente vanno avanti perché - come ribadito dal Consiglio di Stato - questa funzione statale è talmente importante che non si può bloccare.
Ma se l’incostituzionalità del nuovo ente venisse confermata c’è il rischio che tutte le operazioni effettuate dal nuovo ente in questo mese, compresi gli atti notificati dopo il 1° luglio, vengano dichiarati nulli perché firmati da un personale non autorizzato a farlo.
Agenzia delle Entrate-Riscossione: cosa succede se confermata incostituzionale?
Come anticipato adesso sarà il Tar del Lazio a decidere il da farsi, sempre che questo non rinvii la decisione finale alla Consulta. Se alla fine di questo contenzioso giuridico, ma allo stesso tempo anche politico, il nuovo ente di riscossione delle tasse venisse giudicato incostituzionale tutti gli atti - comprese le cartelle di pagamento - notificati dopo il 1° luglio 2017 potrebbero essere dichiarati nulli.
Tuttavia c’è un precedente che potrebbe “salvare” gli atti notificati in questo mese.
Due anni fa, infatti, la Corte Costituzionale ha dovuto decidere in merito agli accertamenti fiscali inviati da funzionari dell’Agenzia delle Entrate promossi a dirigenti senza concorso.
Quella promozione venne bocciata dalla Consulta, la quale però salvò gli accertamenti fiscali. Una decisione necessaria per salvare le casse statali dal default, alla quale si arrivò stabilendo che i termini per fare ricorso ormai erano scaduti visto che i 60 giorni a disposizione erano stati ampiamente superati.
E considerando che la decisione di incostituzionalità anche in questo caso potrebbe non arrivare prima di qualche mese, le cartelle di pagamento e gli atti notificati dal nuovo ente di Riscossione potrebbero essere salvi.
Di conseguenza, anche se venisse confermata la nullità delle nomine del personale ex-Equitalia, i contribuenti dovranno sottostare a quanto deciso da un ente a tutti gli effetti incostituzionale.
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