Amazon Echo sotto accusa: in Germania inviate per errore a un altro utente oltre 1700 conversazioni private, registrate da Alexa.
Alexa, l’assistente vocale di Amazon, ti spia? L’intelligenza artificiale progettata per dare il suo meglio sui dispositivi della linea Amazon Echo, si è trovata al centro di un piccolo scandalo che ha messo non poco in allarme gli utenti.
La moda degli smart speaker è decisamente arrivata anche in Italia, belli da vedere e dotati di buone casse per la riproduzione audio, Google Home e Amazon Echo sono due tra gli oggetti più desiderati in questo Natale 2018. Ma ora è Amazon a trovarsi un po’ nei guai, avendo per errore diffuso ben 1700 conversazioni effettuate con Alexa, inviandole per sbaglio a un utente ignaro.
La privacy è stata una delle questioni più importanti del 2018 all’interno del mondo tech, da Facebook a Google, fino ad arrivare alle nuove normative europee, è chiaro come anche dispositivi dall’indubbio fascino e utilità, come Google Home e Amazon Echo, possano essere facilmente coinvolti nel vortice dell’illecita violazione della sfera privata.
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Amazon Echo ti registra: ecco cosa è successo
La questione, che ha portato gli utenti possessori di Amazon Echo ad allarmarsi, è andata così: Martin Schneider, un utente tedesco, aveva chiesto al colosso dell’e-commerce di poter ricevere tutte le conversazioni effettuate con Alexa.
L’opzione è infatti attivabile da chiunque sia in possesso di un dispositivo della linea Echo, grazie all’introduzione della normativa riguardo la privacy (GDPR). Fin qui tutto normale, se non fosse che i file inviati di Amazon non appartengono a Schneider, ma riguardano un altro utente per un totale di 1700 conversazioni private invitate a un indirizzo sbagliato.
Tra i dettagli emersi dai dialoghi inviati per sbaglio ci sono i comandi e la password per controllare Spotify, gli allarmi di casa, informazioni sulla vita privata.
Schneider ha poi denunciato il tutto alla testata tedesca C’t che, proprio grazie alle registrazioni di Amazon, è riuscita facilmente a risalire all’identità del malcapitato utente spiato: all’interno delle conversazioni inviate per sbaglio c’erano infatti riferimenti precisi ai luoghi frequentati e nomi e cognomi degli abituali frequentatori dal possessore dello speaker Echo.
Amazon ha poi commentato la vicenda, etichettando il tutto come uno spiacevole errore: non solo, l’azienda ha poi rassicurato gli acquirenti annunciando ulteriori controlli, per evitare che fatti del genere possano ripetersi in futuro.
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