L’ultimo allarme OCSE sull’Italia: il 2019 finirà in recessione, mentre il deficit e il debito pubblico continueranno a salire a ritmi preoccupanti
L’ultimo allarme sull’Italia arriva dall’OCSE.
Il report dell’organizzazione è giunto come un fulmine a ciel sereno sul Belpaese che, secondo l’analisi effettuata, archivierà il 2019 in recessione. Ma non è tutto.
Le funeste previsioni dell’OCSE sull’Italia sono andate decisamente oltre. A preoccupare nell’anno corrente e nel 2020 non sarà soltanto la contrazione dell’economia, ma anche la ripida salita di debito pubblico e deficit. Entrambe le misure faranno i conti con le persistenti debolezze nostrane e con l’inefficacia delle misure pensate dal Governo.
OCSE su Italia: PIL, debito e deficit fanno tremare
Una nuova indagine economica sull’Italia, quella dell’OCSE, secondo cui il quadro di finanza pubblica sta peggiorando ancora. Stando agli esperti dell’organizzazione, nell’anno corrente il PIL del Belpaese metterà a segno una flessione dello 0,2%. La recessione terminerà l’anno prossimo, quando l’economia riprenderà ad avanzare a un ritmo dello 0,5%.
Il deficit, misura sulla quale si è giocato il lungo braccio di ferro tra Roma e Bruxelles in occasione dell’ultima manovra di bilancio, salirà al 2,5% a fine anno e schizzerà al 3% nel 2020.
Questo aumento, combinato con gli effetti recessivi dell’economia e con le politiche dell’esecutivo gialloverde, imporrà al debito pubblico di salire ancora fino a sfondare il 134%. Una situazione alla quale non gioverà certo il rialzo dei rendimenti sui titoli di Stato.
“L’Italia continua a soffrire di problemi sociali ed economici di vecchia data”,
si legge nel report dell’OCSE che ha puntato il dito contro le sempre evidenti fragilità del Belpaese, tra cui quelle legate al mercato del lavoro.
Nella mattinata di oggi, solo per fare un esempio, l’Istat ha alzato il velo su una nuova, inaspettata, risalita del tasso di disoccupazione che secondo l’organizzazione balzerà al 12% quest’anno e al 12,1% nel 2020.
Quota 100 e reddito di cittadinanza
Le riforme pensate dal Governo non avranno l’impatto positivo sperato. Il reddito di cittadinanza avrà conseguenze poco efficaci sulla crescita, soprattutto nel medio termine, e incoraggerà probabilmente il lavoro nero. La buona riuscita del Rdc dipenderà da sostanziali miglioramenti dei programmi di formazione e di ricerca di lavoro.
Quota 100, invece:
“rallenterà la crescita nel medio termine, riducendo l’occupazione tra le persone anziane e, se non applicata in modo equo sotto il profilo attuariale, accrescerà la diseguaglianza generazionale e farà aumentare il debito pubblico.”
Per stimolare l’economia e la crescita, ha concluso l’OCSE, l’Italia dovrà adottare una serie di comportamenti specifici tra cui la riduzione del cuneo fiscale per i lavoratori a basso reddito, la diminuzione dei contributi sociali a carico del datore di lavoro, l’introduzione di efficaci riforme pluriennali e di misure volte all’aumento della produttività, la promozione della concorrenza, lo sviluppo delle dinamiche d’impresa e di innovazione e ancora la semplificazione del Codice degli Appalti.
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