Allarme farmaci nei fiumi, Tevere compreso: cosa dicono gli studi

Marta Zanierato

17 Febbraio 2022 - 18:40

Secondo uno studio dell’Università di New York, nelle acque di almeno 258 fiumi c’è un’alta concentrazione di farmaci.

Allarme farmaci nei fiumi, Tevere compreso: cosa dicono gli studi

Dovessimo leggere sul giornale un titolo riguardo all’inquinamento dei fiumi, o se un nostro amico ci raccontasse di aver sentito che l’acqua dei fiumi è ricca di sostanze tossiche, non penseremmo mai ai farmaci come la causa di tale contaminazione.

Per chiunque sarebbe più facile pensare alla spazzatura dispersa nei corsi d’acqua, o anche al gasolio delle barche, come le cause d’inquinamento; e invece, uno studio condotto da alcuni scienziati dell’Università di New York dimostra che più fiumi nel globo hanno alti livelli d’inquinamento a causa dei farmaci.

I farmaci intossicano i fiumi del mondo

Uno studio pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, condotto dagli scienziati dell’Università di New York e di altri 85 istituti di ricerca, allerta tutti i Paesi per la situazione preoccupante che coinvolge 258 corsi d’acqua, tra cui alcuni dei più grandi al mondo come:

  • il Rio delle Amazzoni;
  • il Mississippi;
  • il Tamigi,
  • il Mekong.

Nel dettaglio, il team - guidato da John Wilkinson - ha rilevato la presenza di 61 farmaci, in particolare:

  • carbamazepina;
  • metformina;
  • caffeina.

La cause dell’inquinamento dei fiumi e le possibili soluzioni

Non è possibile stabilire un’unica causa per l’inquinamento dei fiumi, né tracciare un preciso periodo storico in cui questo si è acuito maggiormente. Possiamo stabilire la tossicità delle acque come il risultato di diverse concause:

  • lo scarico di rifiuti lungo sulle sponde dei fiumi;
  • le contaminazioni dovute alle acque reflue fuoriuscite da infrastrutture inadeguate;
  • lo stato socioeconomico di un Paese.

Anche lo stato socioeconomico di un Paese, dunque, rientra tra i fattori che possono determinare il livello d’inquinamento. Nel dettaglio, negli studi è stato riscontrato che più la nazione è caratterizzata da un reddito medio-basso, da un’età media elevata e da tassi di povertà e disoccupazione elevati, più il livello d’inquinamento farmaceutico dei suoi corsi d’acqua si alza.

Come soluzioni vengono proposte azioni di bonifica delle acque, ma dal momento che per rimuovere tali principi chimici sono necessarie risorse economiche sostanziose, è bene sapere che l’intervento del singolo cittadino può cambiare di molto la situazione. È importante - e utile - ridurre l’utilizzo di antibiotici, per esempio, che troppo spesso vengono usati per malori banali e senza la giusta moderazione.

Il Tevere e altre acque inquinate

In Italia sono state individuate alte concentrazioni di anti-ipergligemici, circa 500 nanogrammi per litro, e il fiume più colpito in assoluto è il Tevere.

Questo fiume ha uno scorrimento extraurbano, attraversa quattro regioni d’Italia e, lungo i suoi 405 chilometri di lunghezza, ci sono tanti affluenti. Si capisce quindi perché è uno dei fiumi più contaminato: oltre alle altre cause, la presenza di farmaci potenzialmente tossici raggiunge livelli preoccupanti e potenzialmente dannosi per la salute delle piante, degli animali acquatici e dell’uomo.

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