Riscaldamento a legna vietato dal 2027 grazie a una nuova norma europea?

Maria Paola Pizzonia

14 Febbraio 2025 - 22:15

Le nuove norme europee potrebbero rendere obsolete le stufe a legna entro il 2027: le proteste sono molte. Ma cosa sta succedendo davvero?

Riscaldamento a legna vietato dal 2027 grazie a una nuova norma europea?

La Commissione Europea sta valutando l’introduzione di nuovi standard per i sistemi di riscaldamento a legna, previsti per entrare in vigore nel 2027. Il progetto inizialmente avrebbe dovuto essere presentato a Bruxelles il 12 febbraio di quest’anno. Le anticipazioni sulle nuove norme hanno generato preoccupazione in diversi paesi, in particolare in Germania e in Repubblica Ceca, dove il settore ha reagito con forza per l’impatto potenzialmente devastante sulle famiglie e sulle imprese del settore.

Normative più rigide e rischi per il settore

Le nuove regolamentazioni europee prevederebbero criteri molto più stringenti rispetto agli attuali, tanto da rendere obsoleti la maggior parte dei modelli di stufe e caldaie a legna attualmente in commercio. Tra le principali criticità sollevate c’è il rischio di un aumento considerevole dei prezzi, che potrebbe rendere economicamente insostenibile questa forma di riscaldamento per molte famiglie.

Un altro elemento controverso è l’obbligo di dotare i sistemi di riscaldamento a legna di dispositivi di controllo automatico, il che implicherebbe la necessità di alimentazione elettrica per il funzionamento. Questo aspetto, se confermato, toglierebbe uno dei principali vantaggi di questi impianti, ovvero la possibilità di operare senza elettricità, una caratteristica fondamentale per chi vive in zone soggette a blackout o con una rete elettrica instabile.

Cresce l’opposizione tra governi e industria

Le critiche alla proposta non si sono fatte attendere. Il ministro dell’Industria e del Commercio della Repubblica Ceca, Lukáš Vlček, ha espresso una forte opposizione, sottolineando come la politica ambientale dell’UE debba essere compatibile con le capacità tecnologiche attuali e non generare un impatto eccessivo sui bilanci di famiglie e imprese. Anche in Germania la proposta ha suscitato forti resistenze da parte dei produttori di stufe e caldaie a legna, che vedono a rischio la sopravvivenza del loro settore. Di fronte a queste pressioni, la Commissione Europea ha deciso di rinviare la discussione prevista per il 12 febbraio, segno di un possibile ripensamento sulle misure proposte.

Il riscaldamento a legna tra rischi sanitari e transizione energetica

Il riscaldamento a legna è da tempo sotto osservazione per i rischi sanitari legati alle emissioni di monossido di carbonio e altre sostanze che possono causare gravi problemi respiratori e contribuire all’inquinamento atmosferico. Tuttavia, il suo utilizzo è ancora diffuso in molte aree d’Europa, sia per ragioni economiche che per la disponibilità della materia prima. Alcuni politici, come l’eurodeputato tedesco Peter Liese, sostengono che la biomassa rappresenti comunque un elemento chiave nella transizione energetica e che una regolamentazione eccessivamente severa potrebbe avere effetti negativi sugli sforzi per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.

Un futuro incerto per il riscaldamento a legna

Resta da vedere se le nuove normative porteranno effettivamente a un divieto de facto del riscaldamento a legna entro il 2027 o se saranno modificate per trovare un compromesso tra esigenze ambientali, progresso tecnologico e sostenibilità economica. La discussione è tutt’altro che conclusa e la decisione finale avrà un impatto cruciale su milioni di cittadini europei, in particolare su coloro che dipendono da questo sistema di riscaldamento per affrontare l’inverno. Il rinvio della decisione da parte della Commissione Europea è stato accolto con sollievo da chi teme regolamenti troppo restrittivi, ma il dibattito rimane aperto e destinato a proseguire nei prossimi mesi.

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