La Corte dei Conti dell’Unione Europea rileva e critica efficienza e costi delle linee realizzate di alta velocità nell’Unione Europea. Evidenzia che in alcuni casi la decisione di costruire le linee è stata unicamente di natura politica.
Il titolo è semplicemente imbarazzante: “A European high-speed rail network: not a reality but an ineffective patchwork”. È la Corte dei Conti della Unione Europea nella relazione speciale, redatta sulla base dei risultati degli audit di programmi e di coerenza con le politiche dell’Unione.
Audit riferito alla rete alta velocità, classificata un patchwork, letteralmente «un lavoro con le pezze”, quindi non una rete efficace, ma una»cucitura" di segmenti di ferrovie, per giunta costose e inefficaci.
Rileva la Corte che la Tav europea è «un sistema disomogeneo e inefficace di reti nazionali mal collegate tra loro», rimarcando le “Insufficienti analisi costi-benefici e reti mal collegate”.
Linee realizzate, in molti casi su deliberazioni conseguenti a “considerazioni politiche” e “non sono generalmente utilizzate analisi costi-benefici per sostenere un processo decisionale efficiente in termini di costi”.
La relazione riguarda sei Stati membri Francia, Spagna, Italia, Germania, Portogallo e Austria. La Corte analizza la spesa relativa alla realizzazione di 5000 Km di linee ad alta velocità, che percentualmente rappresentano il 50% della intera rete ferroviaria ad alta velocità realizzata nella Unione Europea.
Analisi che rileva «sforamenti di costi e ritardi costituiscono la regola anziché l’eccezione».
I fondi messi a disposizione dalla UE, per le linee ferroviarie av ammontano a 23,7 miliardi a cui si aggiungono altri 4,4 mld per l’interoperabilità. L’interoperabilità riguarda la possibilità di far circolare senza ostacoli i treni su reti ferroviarie differenti, cioè reti appartenenti a Paesi diversi (riguarda lo scartamento dei binari, l’elettrificazione, il sistema di controllo e di segnalamento il materiale rotabile).
I risultati conseguiti? a) “L’obiettivo stabilito dall’Ue di triplicare la lunghezza delle linee ferroviarie ad alta velocità fino a 30 mila chilometri entro il 2030 non sarà raggiunto”; b) Su dieci linee realizzate quattro presentano un costo per ogni minuto risparmiato, pari a 100 milioni di euro.
Il primato secondo la Corte spetta alla linea Stoccarda-Monaco, dove un minuto risparmiato costa 369 milioni di euro.
Continua la Corte, sottolineando nel rapporto che «se si considerasse seriamente la soluzione alternativa di potenziare le linee convenzionali esistenti, si potrebbero risparmiare miliardi di euro».
Il Rapporto della Corte dei Conti, la scandalosa assenza di analisi costi benefici, la drammatica situazione di finanza pubblica e i limiti pluridecennali alla espansione del PIL dovrebbero indurre i ministeri delle infrastrutture e delle finanze, a intervenire immediatamente e senza ulteriori incomprensibili indugi per emettere un decreto di blocco dei progetti cantierabili e non sottoposti ad analisi economica che dimostri l’aumento del benessere sociale.
Il Rapporto della Corte boccia inesorabilmente tutta quella schiera di ministri, politici, accademici con blasone MIT e non, che hanno sostenuto senza mai alcun dubbio una infrastruttura che saccheggia il bilancio pubblico e il territorio nel tempo del rischio climatico che si sostanzia nel nostro caso anche con le cosiddette bombe d’acqua che impattano un territorio cementificato e dissestato idrogeologicamente.
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