Flessione vicina ai venti punti percentuali per le azioni della catena retail di moda, con le quotazioni che ormai hanno nel mirino i minimi storici. Come comportarsi ora a Piazza Affari?
Brusca reazione del mercato ai dati di bilancio 2017-2018 pubblicati ieri sera a mercati chiusi da OVS. La catena di moda retail ha archiviato l’anno fiscale, chiuso il 31 gennaio 2018, con un giro d’affari di 1,5 miliardi di euro (+12% a/a) e un utile netto rettificato in aumento del 16% a 106,5 milioni di euro. A deludere gli investitori anche la scelta del Cda di non distribuire dividendi nel corso di quest’anno. Al momento le azioni di OVS, titolo appartenente al paniere FTSE Italia Mid Cap di Borsa Italiana, fanno segnare una discesa del 19,24% a 4,01 euro.
Il violento sell-off che sta caratterizzando la seduta di Borsa di OVS, con il titolo sospeso per eccesso di ribasso nelle prime fasi di contrattazioni, ha un effetto negativo anche sulle prospettive di mercato dell’azione. Questo seguendo le indicazioni ricavabili dall’analisi tecnica.
Analisi grafica: completato un doppio massimo di lungo periodo, figura tecnica di vendita
Come si evince dal grafico sottostante, l’open odierno, in evidente gap down rispetto ai valori di chiusura di ieri, ha spinto le quotazioni sotto gli importanti supporti statici presenti a 4,7080 euro per azione, ossia in corrispondenza dei minimi di periodo che erano stati registrati il 22 dicembre 2016. A confermare il pesante indebolimento della struttura tecnica la mancata reazione del titolo in prossimità del livello supportivo posto sotto la soglia dei 4,7080 euro.
Il riferimento specifico in questo caso è all’area 4,25 euro che nelle settimane successive al ritorno in Borsa di OVS aveva sostenuto egregiamente i corsi del titolo. Il livello menzionato è stato lasciato in eredità dai low registrati tra il 18 e 20 marzo 2015 e quelli del 30 aprile dello stesso anno.
Quella odierna è tuttavia solo l’ultima indicazione di vendita generata in questo avvio di 2018 dal titolo della società. Un segnale sell era emerso in tutta la sua forza il 27 marzo scorso. Allora a capitolare furono i supporti dinamici forniti dalla linea di tendenza rialzista di lungo periodo ottenuta con i minimi crescenti del 2 marzo 2015, ossia il low del primo giorno di quotazione a Piazza Affari dopo l’IPO, e del 22 dicembre 2016.
Grafico giornaliero OVS, fonte dati Bloomberg
Da un punto di vista prettamente tecnico, il connubio del cedimento dei supporti dinamici rappresentati dalla trendline menzionata in precedenza e dalla capitolazione dei supporti statici avvenuta quest’oggi hanno così permesso alle quotazioni delle azioni OVS di completare sul grafico giornaliero una figura di stampo ribassista secondo i dettami dell’analisi tecnica quale l’ampio doppio massimo in costruzione dal maggio 2015.
La figura indicata ha come massimi di riferimento quelli toccati il 6 novembre 2015 a 6,745 euro e il 15 settembre 2017 a 6,92 euro. L’ampiezza della figura, calcolata dal minimo del 22 dicembre 2016 a 4,7080 euro al massimo del 15 settembre scorso, è dunque di 2,212 euro. Estendendo dal low l’ampiezza della figura, il target qualora venisse completamente sfogata al ribasso la figura si avrebbe a 2,496 euro, ossia ampiamente sotto il prezzo di ritorno in Borsa e di IPO di OVS.
Strategia operativa: sfruttare eventuali rimbalzi per alleggerire le posizioni o posizionarsi in vendita
Operare in questo contesto diventa molto difficile. La pensante flessione di Borsa di quest’oggi ha già avvicinato molto i prezzi del titolo alla soglia psicologica dei 4 euro e ai minimi storici dal ritorno a Piazza Affari di OVS. Chiusure sotto i 3,932 euro toccati il 2 marzo 2015 aprirebbero la strada a nuove pesanti flessioni mancando una serie storica dei prezzi e avendo il doppio massimo citato sopra target a 2,496 euro. Indubbiamente però dopo aver lasciato sul terreno oltre il 20% del suo valore in 3 sedute rappresenta un fattore che potrebbe portare a delle ricoperture e dunque a rimbalzi veloci e anche molto violenti.
La cautela diventa così d’obbligo. Chi fosse rimasto incagliato nel sell-off odierno e avesse ancora l’azione in portafoglio a questo punto potrebbe attendere e valutare la reazione del titolo in corrispondenza di area 3,93-4 euro. In caso di ripartenza al rialzo utile a completare il test del cambio di stato, tecnicamente chiamato pull back, dei vecchi supporti statici posti a 4,70 euro le perdite potrebbero essere limitate con una graduale chiusura della posizione in essere.
Anche chi non avesse il titolo in portafoglio e volesse sfruttare la volatilità di OVS per operazioni di trading puro dovrebbe muoversi con cautela. In questo caso il rischio è quello di operare, in una direzione piuttosto che in un’altra, dovendo accollarsi dei rischi sostanziosi in termini di prezzi di carico.
Vedendo la struttura tecnica di medio termine la preferenza va evidentemente verso strategie ribassiste. In quest’occasione un aiuto per individuare i livelli ove posizionarsi in vendita viene da Fibonacci. Usando i livelli dello studioso pisano sul movimento discendente tra i massimi del 16 aprile a 5,11 euro e i minimi odierni (quelli registrati ad ora), ecco che la soglia di ingresso short selezionata è quella del 38,2% di Fibonacci, ossia i 4,40 euro. Sell a 4,40 euro avrebbero così un primo target a 4,05 euro e un secondo a 3,95 euro. Lo stop, vista la situazione generale del titolo, è piuttosto ampio e individuato a 4,66 euro.
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