Anno bisesto, anno funesto: moltissime le frasi, i detti e i proverbi sull’anno bisestile. Ma ogni quanti anni cade e perché esiste? Curiosità e origini dell’anno che, per tradizione, dovrebbe portare sfortuna.
Cos’è l’anno bisestile e ogni quanti anni cade? Protagonista di frasi, proverbi e motti popolari, il cosiddetto anno bisesto è spesso frutto di curiosità e attenzioni non solo per la sua caratteristica principale, quella di prolungare di un giorno la durata dell’anno coinvolto, ma anche per la sua particolare associazione alla sfortuna.
Qual è il significato dell’anno bisestile, perché esiste e chi lo ha inventato? Porta davvero sfortuna? Sono tantissime le frasi che riportano spesso la definizione di “anno bisesto anno funesto”, ma la realtà dei fatti ci porta davvero lontani dalla superstizione e ha anzi un fondamento prettamente scientifico.
L’anno bisestile è adottato infatti da diversi Paesi e da quasi tutti i calendari solari e ha a che fare molto poco con sfortuna e calamità (anche se, considerando l’inizio del 2020 tra la crisi Iran-USA e l’allarme coronavirus, sono in molti a credere purtroppo il contrario). Facciamo chiarezza.
Anno bisestile: significato, origini, a cosa serve e ogni quanto cade
L’anno bisestile cade ogni 4 anni e prolunga la durata di un anno, pari solitamente a 365 giorni, di un giorno, portandolo a 366. La sua introduzione, rispettata dal calendario giuliano e dal calendario gregoriano, vede come motivazione principale il voler evitare lo slittamento delle stagioni ed ha radici nell’astronomia.
Per contenere e correggere lo slittamento, che avverrebbe ogni 128 anni nel calendario giuliano e ogni 3323 anni nel gregoriano, si aggiunge un giorno in più ogni 4 anni all’anno in cui cade: questa giornata, come sappiamo, va ad allungare normalmente febbraio (mese più corto dell’anno che passa da 28 a 29 giorni).
Il nostro Paese, accanto alla stragrande maggioranza delle altre nazioni nel mondo, utilizza il calendario gregoriano che prevede la durata dei giorni del mese che sappiamo. Il nome deriva da papa Gregorio XIII e fu introdotto il 4 ottobre 1452. Nel gregoriano sono anni bisestili tutti gli anni non secolari il cui numero è divisibile per 4 e gli anni secolari il cui numero è divisibile per 400.
Cosa significa? Per esempio se guardiamo al 1700, 1800 e 1900 (non divisibili per 4) non risultano come bisestili, mentre anni secolari come 1600 e 2000 invece lo furono perché rintracciabili nella divisione per 400.
Frasi Anno bisestile: detti e proverbi, porta sfortuna?
Nella tradizione popolare l’anno bisestile è quasi sempre mal visto: si associa all’anno da 366 giorni sventure, sfortuna e calamità che secondo le credenze si concentrerebbero durante questa particolare annata.
Accanto alle profezie di Nostradamus, il credere che l’anno bisestile sia una calamità per gli eventi negativi ha dato via a una serie di detti e proverbi che almeno una volta nella vita ti sarà capitato di sentire. Ecco una selezione dei migliori:
- anno bisesto anno funesto!
- anno bisesto tutte le cose van di traverso
- anno bisesto anno funesto e triste quello che gli viene appresso
- anno bisestile anno porcile
- Se l’anno è bisestile, preparati a riempire il sacco e il barile
- Anno che bisesta non si sposa non si innesta
- anno bisesto che passi presto
- Anno bisestile chi piange e chi stride
- Bisesto e Bisestin, o la madre o il fantolin
- Quando l’anno vien bisesto, non por bachi e non far nesto
Concludiamo con una citazione più poetica, a cura del giornalista e scrittore italiano Pino Corrias:
Siamo fatti di acqua e tempo. Evaporiamo con lentezza: 365 giorni all’anno. Ma con l’errore di un giorno. L’anno bisestile (che ci aspetta) aggiusta l’errore. Rimuove l’imperfezione di quel giorno. Risarcisce lo sbaglio di quelle 5 ore, 48 minuti, 46 secondi che il calcolo degli uomini cancella per quattro anni di seguito. L’anno bisestile rimette le lancette dell’anno al loro posto tra il sole, la luna, il capriccio di molti dei e la matematica degli uomini. Inventa il trecentosessantaseiesimo giorno. Lo infila in coda al mese più corto. Lo nomina 29 febbraio, il giorno che qualche volta c’è.
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