Arbitro bancario finanziario: ecco dove si vince (e dove no)

Roberto Rais

20 Ottobre 2014 - 14:41

In 7 casi su 10 il ricorso all’Abf produce un accordo favorevole al cliente: ecco le aree dove si vince maggiormente, e quelle dove invece sono le banche a prevalere.

Arbitro bancario finanziario: ecco dove si vince (e dove no)

L’Arbitro bancario finanziario è un sistema di risoluzione delle controversie tra clienti e banche (o altri intermediari, purchè in ottica di servizi e operazioni bancarie e finanziarie), in grado di proporsi come sistema più semplice, rapido ed economico rispetto alle cause giudiziarie. Non essendo necessario il ricorso da parte di un avvocato, ed essendo il percorso di ricorso all’Abf schematizzato all’interno di tempistiche pre-definite, l’Arbitro può ben rappresentare un efficiente tentativo di risoluzione extra giudiziale della controversia. Ma quale è stato il ricorso all’Abf? E, soprattutto, in quante occasioni i clienti delle banche hanno avuto la meglio?

Scorrendo il ricco dossier – relativo al 2013 – emerge un primo dato di elevata significatività: i casi in cui l’Arbitro dava ragione ai clienti sono calati dal 45% al 36% e, contemporaneamente, sono diminuiti altresì i casi in cui lo stesso dava ragione alle banche (dal 35% al 30%). Ne consegue che sono cresciuti in modo molto rilevante (dal 20% al 34%) i ricorsi “cessati”, ovvero i casi conclusi dalle parti, con un accordo, prima di arrivare ad una decisione finale dell’Abf. Sommando i ricorsi cessati ai casi in cui l’Abf ha dato ragione ai clienti, ne deriva che rivolgersi all’Arbitro conviene 7 volte su 10. In secondo luogo, emerge che Poste Italiane è il soggetto che coinvolge il maggior numero di contestazioni da parte dei clienti (il 28% di tutte le “cause”).

Ad ogni modo, esistono alcuni comparti in cui le percentuali di “favore” per la clientela sono molto diverse dalla media o dalle “worst practice”. Per quanto concerne ad esempio le controversie che sorgono sulle carte di credito, si copre che i ricorrenti hanno vinto nell’87% dei casi. Di contro, la posizione dei clienti sembra essere sufficientemente debole nei confronti del comparto “mutui e finanziamenti”, in cui solamente il 43% dei ricorsi conduce a una posizione conveniente per il cliente.

Crescono inoltre di oltre il 500% i ricorsi per questioni di usura allo sportello: rispetto ai 58 ricorsi del 2012, infatti, il 2013 ha assistito alla nascita di ben 363 cause. Numeri che – si dirà – sono molto limitati in termini assoluti, ma che si prevede possano crescere ulteriormente, e con percentuali molto rilevanti, anche nel biennio in corso.

Infine, forte crescita percentuale anche nei ricorsi sulla cessione del quinto dello stipendio o della pensione, in cui i casi sono balzati da 543 unità a 1.458 unità, per uno sviluppo del 168%.

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